Il valore delle azioni di Zte è cresciuto del 17%. E’ questo l’effetto della piena ripresa delle attività della compagnia cinese negli Usa che mette fine al “capitolo” del bando americano.
Da venerdì 13 luglio Zte non fa più parte della black list stilata dal governo Usa per ragioni di “sicurezza nazionale”. Il divieto di importazioni su suolo americano è venuto meno, anche se il dipartimento del Commercio continuerà a monitorare l’azienda per prevenire future violazioni. La società cinese ha infatti accettato tutti i termini dell’accordo raggiunto il mese scorso con Washington, depositando 400 milioni di dollari a garanzia di una multa da 1,4 miliardi di dollari. È quanto ha chiesto il governo statunitense in risposta alla violazione dell’embargo su Iran e Corea del Nord. Già costretta a pagare 892 milioni di dollari a marzo dello scorso anno, per rimuovere il bando Zte ha accettato di sostituire il consiglio di amministrazione e ha aperto i suoi impianti di produzione alle ispezioni, promettendo di migliorare la trasparenza nelle comunicazioni.
Dopo la fine del divieto, oggi il titolo Zte ha aperto la borsa di Hong Kong con una crescita del 5,5%, salendo del 17% a quota 16,12 dollari. E secondo quanto riferisce Reuters, nel weekend Zte avrebbe inviato una lettera ai propri clienti, promettendo di incrementare le operazioni il più velocemente possibile.
Già venerdì, Zte aveva annunciato di voler accelerare quanto già intrapreso per recuperare il tempo perduto. A cominciare dall’Italia, dove la società è impegnata in diversi progetti. “Siamo consapevoli dell’enorme lavoro da fare – aveva sottolineato in una nota di Zte Italia Hu Kun, amministratore delegato e presidente di ZteWestern Europe – e dimostreremo ancora una volta sul campo di essere perfettamente in grado di innovare l’Italia con soluzioni tecnologiche all’avanguardia e di presentare nuove soluzioni e prodotti che rilancino l’economia”.