GREEN TRANSITION

Il viaggio delle telco verso un futuro sostenibile. Idc: “Progressi significativi”



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Pressioni economiche, requisiti normativi e aspettative degli stakeholder stanno guidando la messa a punto di strategie votate ad abbattere i consumi energetici attraverso investimenti in tecnologie green e fonti rinnovabili. Gli operatori sono sempre più impegnati anche nell’offrire soluzioni ai propri clienti per ridurre le emissioni di carbonio e minimizzare l’uso di materie prime

Pubblicato il 17 lug 2024



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Le telco europee spingono sugli obiettivi della transizione green: sotto la pressione combinata dell’incremento dei costi dell’energia, delle normative ambientali e delle aspettative degli stakeholder, le aziende delle telecomunicazioni in Europa stanno adottando in modo più diffuso iniziative per la sostenibilità e investendo in tecnologie efficienti dal punto di vista energetico e fonti rinnovabili: è il caso di Tim, che ha l’obiettivo di rifornirsi esclusivamente di elettricità da fonti green entro il 2025. È quanto emerge dal nuovo report di Idc “European telcos’ journey to a sustainable future”.

I costi dell’energia sono la spinta più rilevante: lo studio riferisce che la spesa di Orange per l’elettricità è aumentata da 579 milioni di euro nel 2021 a 1 miliardo nel 2023. Ma anche il consumo di dati in costante crescita e la necessità di espandere e aggiornare l’infrastruttura di rete porta le telco europee a cercare di ridurre le spese operative tramite iniziative green.

Le telco stanno anche aumentando l’offerta di servizi e soluzioni che aiutano i loro clienti a ridurre le emissioni inquinanti e l’uso di materie prime.

Telco europee impegnate sulla transizione green

Il report di Idc introduce anche il “Sustainability technology value framework“, uno schema che delinea le migliori pratiche e strategie che possono aiutare le aziende a migliorare le loro iniziative per la sostenibilità e raggiungere risultati misurabili.

Il framework valuta l’efficacia di un’azienda nella creazione di valore attraverso tre pilastri: oltre al classico “footprint”, che considera le prestazioni dell’infrastruttura, delle operazioni e dei processi di un’organizzazione volti a ridurre al minimo l’impatto ambientale, si aggiungono l’ “handprint”, ovvero la sostenibilità dei prodotti e dei servizi offerti sul mercato, e l’ “heartprint”, che riguarda più ad ampio spettro gli obiettivi Esg, includendo le ricadute positive sul territorio.

La classifica delle aziende top per la sostenibilità

Nell’ambito del footprint, un esempio è la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, sia dirette, sia indirette dalla produzione di energia sia indirette nella catena di approvvigionamento. La telco scandinava Tele2 si distingue come la società di telecomunicazioni che ha ridotto al massimo l’impronta di carbonio, essendo arrivata al -97% delle emissioni dei primi due ambiti già nel 2019, prima società di telecomunicazioni europea a raggiungere questo traguardo.

Un altro esempio di azione sul footprint è l’aggiornamento dell’infrastruttura legacy: le società di telecomunicazioni stanno investendo nell’upgrade puntando su tecnologie ad alta efficienza energetica come il 5G e la fibra ottica, come Deutsche Telekom, che ha completato la chiusura della sua rete 3G in Germania nel 2021 e ora è concentrata sull’ampliamento delle sue reti 4G e 5G.

Nel caso dell’handprint, che considera la tecnologia come abilitatore della sostenibilità, Idc suggerisce la valutazione dell’impatto ambientale dei prodotti e delle soluzioni che le telco offrono sul mercato e aiutano i loro clienti ad essere a loro volta più sostenibili. Un tipico esempio è l’Iot per il monitoraggio ambientale, la conservazione delle risorse, le smart grid e il monitoraggio dell’inquinamento. Un esempio virtuoso è quello di Vodafone Germany, le cui soluzioni Iot vengono usate per creare i digital twin di siti naturali per monitorare la temperatura, l’umidità del suolo, la pressione dell’aria e i cicli di irrigazione degli alberi.

Sempre in questo ambito si inseriscono i programmi delle telco per la riparazione e ricondizionamento dei dispositivi dismessi che evitano l’e-waste, come quello di Orange Belgium, che lo scorso marzo ha aperto un negozio online per smartphone ricondizionati.

Inclusione digitale; gli obiettivi Esg delle telco

L’heartprint, o Tech4good, considera l’impatto più ampio dell’azienda sulla comunità, compresa la copertura delle aree rurali o svantaggiate per ridurre il divario digitale. Per esempio, con le sue FiberCo europee, Orange si è impegnata ad espandere la copertura in fibra nelle campagne e ha aggiunto 5,1 milioni di connessioni a fine 2023. BT, invece, sta promuovendo l’inclusione digitale con un progetto che ha l’obiettivo di portare servizi full-fiber a 6,2 milioni di case e imprese nelle comunità rurali e di aiutare 25 milioni di persone nel Regno Unito a migliorare le loro competenze digitali entro il 2026.

“Le aziende europee delle telecomunicazioni non sono motivate solo da considerazioni economiche, ma anche da un impegno per la conformità normativa e dalla crescente domanda di pratiche commerciali sostenibili da parte di investitori e clienti”, afferma Masarra Mohamed, senior research analyst di Idc. “Integrando la sostenibilità nelle loro operazioni e offerte, le telco cercano di ridurre il loro impatto ambientale garantendo al contempo la redditività economica a lungo termine”.

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