Nuove nuvole nere sopra Iliad, la compagnia francese guidata da Benedetto Levi e quarto operatore in Italia. Il Giurì della pubblicità su istanza di Vodafone e Tim mette nel mirino la società per pubblicità ingannevole perché, specifica la pronuncia 64-56/201, “promette una copertura in 4G plus” e omette di indicare chiaramente i costi di attivazione ed i limiti in caso di uso delle reti europee”. Iliad dunque dovrà provvedere a modificare le proprie pubblicità su affissioni e spot entro una settimana.
Immediata la replica dell’operatore: “Desideriamo innanzitutto sottolineare che i messaggi sostanziali che caratterizzano la nostra campagna pubblicitaria sono stati verificati e accolti come trasparenti e corretti. Sarà ovviamente nostra premura rendere alcuni degli aspetti legati alle modalità di comunicazione dell’offerta, ulteriormente chiari, oltre quanto già indicato nei nostri canali. Nonostante le incredibili azioni che i competitor continuano a mettere in atto da quando siamo entrati sul mercato, ci sembra opportuno cogliere queste occasioni come possibilità per chiarire ancora ai nostri utenti che agiamo in trasparenza e in un’ottica di totale soddisfazione degli stessi”.
Non è la prima volta che l’azienda transalpina viene messa “sotto torchio”. Tim ha fatto un esposto sui distributori automatici di sim cui Iliad si affida e sul rispetto delle dsposizioni antiterrorisme contenute nella Pisanu per l’identificazione dei clienti. Tim ha chiesto l’intervento del dipartimento di Sicurezza del ministero dell’Interno, della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, della Polizia postale e della Direzione generale per i servizi di comunicazione del ministero dello Sviluppo economico.