Conto alla rovescia per l’Opa per il delisting Iliad. Giovedì parte l’offerta: Xavier Niel punta a trasformare la società. Nel prospetto si spiegano i motivi dell’operazione, a partire dalla “necessità di un incremento degli investimenti essenziali per il perseguimento e lo sviluppo delle tecnologie del futuro (fibra e G soprattutto).
Tutti gli scenari sono aperti: vendita, fusione o ritorno in Borsa.
Il prezzo di riacquisto dei titoli mancanti è stato fissato con un premio del 61% rispetto alla chiusura del 29 luglio, giorni prima al lancio dell’Opa semplificata per una valorizzazione della compagnia di circa 11 miliardi un costo che si dovrenne aggirare intorno ai 3 miliardi.
L’offerta è lanciata da HoldCo II, società controllata da Niel, che detiene direttamente o indirettamente il 70,6% del capitale e il 78,8% dei diritti di voto del gruppo. Alla data di oggi – precisa un comunicato – Niel e “i manager del gruppo e azionisti storici” che si sono impegnati ad aderire all’offerta detengono direttamente e indirettamente il 74,9%
del capitale e l’83,6% dei diritti di voto. Nella nota, HoldCo indica anche che “si riserva la possibilità, fino alla data di apertura dell’offerta di procedere ad acquisti di titoli Iliad” nel limite di 5.041.743 azioni, sulla base di ordini al prezzo dell’offerta e per un quantitativo quindi pari al 30% dei titoli oggetto dell’Opa.
Il gruppo Iliad ha anche annunciato i risultati preliminari del semestre, che vedono un utile netto di 239 milioni, in crescita del 15%, un incremento del fatturato del 33,7% a 3,7 miliardi, con un aumento del 2,7% in Francia (dove opera con il marchio Free) a 2,54 miliardi, del 22,9% in Italia a 383 milioni e con l’apporto di 801 milioni della neo-consolidata polacca Play. L’Ebitda del gruppo è migliorato del 59,5% a 1,39 miliardi e deriva per 1,02 miliardi dalla Francia (+6,2%), per 6 milioni dall’Italia (che a tre anni dal suo debutto segna
L’Ebitda del gruppo è migliorato del 59,5% a 1,39 miliardi e deriva per 1,02 miliardi dalla Francia (+6,2%), per 6 milioni dall’Italia (che a tre anni dal suo debutto segna il primo risultato positivo dopo -84 milioni) e per 373 milioni dalla Polonia. Il risultato operativo corrente è’ balzato a 579 milioni da 218 milioni, con la Francia stabile a 432 milioni, l’Italia a -139 milioni (in miglioramento da -214 milioni) e la Polonia a 286 milioni. L’indebitamento netto del gruppo è raddoppiato a 7,38 miliardi, da 3,73 miliardi.