2 milioni di clienti. Iliad continua a sorprendere e a pochi giorni dalla nota ufficiale del Gruppo francese che metteva nero su bianco i numeri di fine luglio, oggi arrivano quelli della prima “trimestrale” dal debutto di fine maggio. L’azienda rete noto di aver traguardato i 2 milioni – in netto anticipo dunque rispetto alle previsioni di analisti ed esperti che stimavano il risultato entro fine anno. Per “celebrare” il nuovo target l’azienda capitanata da Benedetto Levi ha deciso di lanciare una nuova offerta: un pacchetto da 50 Gb più minuti e sms illimitati a 7,99 euro mensili. Un’offerta riservata ai prossimi 500mila utenti.
Già al raggiungimento del primo milione e mezzo di clienti l’azienda ha parlato di un “robusto successo commerciale”. Le revenue a fine luglio ammontano a 9 milioni di euro generate di fatto in appena un mese (il taglio del nastro delle attività italiane risale al 29 maggio, ndr) e derivanti principalmente dalle attivazioni delle sim (9,99 euro per sim) e dal prezzo di sottoscrizione (5,99 euro al mese) dell’offerta di lancio. Al momento – ha puntualizzato l’azienda – le “operazioni italiane hanno apportato solo un piccolo contributo ai risultati finanziari consolidati del Gruppo nella prima metà del 2018”.
Il Gruppo francese specifica di aver sostenuto investimenti di capitale per 164 milioni di euro nel primo semestre 2018 “al fine di sviluppare le proprie attività italiane (di cui 73 milioni di euro per le frequenze acquistate da Wind Tre)”.
L’azienda ora si prepara per la gara 5G: il quarto operatore mobile ha già ricevuto una “riserva” sulla banda 700 MHz da alcuni considerata un “regalo” che non solo la favorirebbe ma andrebbe a impattare su un mercato, quello delle Tlc italiane, finito letteralmente nel caos proprio a seguito dello sbarco dei francesi. La rinnovata, e ancor più aspra che in passato, guerra dei prezzi ha già avuto effetti sui conti degli operatori e rischia di svuotare le casse con effetti a catena sulla realizzazione e l’andamento della roadmap del capitolo 5G. Non solo: è tornaato in auge – e non accadeva ormai da anni – il tema della portabilità: le richieste di passaggio a Iliad da altri operatori starevbbe creando intoppi e rallentamenti generali a tutto danno degli utenti finali.
In allarme anche i sindacati: “Il mercato della telefonia mobile, come denunciato, aveva già scontato una ipercompetizione ed un quarto operatore avrebbe continuato a distruggere una parte significativa del valore del settore, tanto da non garantire alle imprese l’equilibrio tra investimenti e remunerazione del capitale con il rischio di un disimpegno che penalizzerebbe il Paese”, hanno sottolineato nei giorni scorsi in una nota congiunta le sigle Slc Cigil, Fistel-Cisl e Uilcom Uil. Nel ricordare che le tariffe dei servizi di telefonia fissa e mobile, accesso a internet e servizi hosting in Italia sono tra le più basse di Europa, i sidacati evidenziano che “Illiad ha una struttura occupazionale di circa 200 dipendenti ed utilizza per la quasi totalità tecnologie e infrastrutture di altri operatori impegnati ad investire in banda ultralarga e servizi innovativi, con strutture di costi non paragonabili ad un’azienda “virtuale” come l’operatore low cost francese, mettendo a rischio la tenuta occupazionale dell’intera filiera delle telecomunicazioni”.
E’ scettico sulla tenuta alla lunga di Iliad, Massimo Ferrari, consigliere di amministrazione di Tim: “L’impressione è che sia molto meno d’impatto di quanto loro annuncino. Bisogna vedere i numeri comparati e nel medio lungo termine i ritorni degli investimenti che stanno facendo”.