Iliad ha un suo prefisso. Secondo quanto riporta il sito specializzato Universofree.com il Mise ha assegnato al nuovo operatore mobile che si appresta a sbarcare in Italia tre nuovi blocchi oltre al 351.8 e 351.9 già conferiti: si tratta del 351.5, 351.6 e 351.7.
In questo modo Iliad potrà contare su ben 5 blocchi da 1 milione ciascuno, quindi fino a 5 milioni di linee mobili per le SIM che verranno commercializzate dal lancio ai prossimi mesi. Come segnala Universofree il prefisso 351 ad oggi è già utilizzato anche Lycamobile, operatore mobile virtuale specializzato nelle comunicazioni internazionali, a cui sono assegnati ormai da tempo i blocchi 351.0, 351.1 e 351.2.
Il conto alla rovescia per il debutto può quindi iniziare, anche tenuto conto del fatto che i call center di assistenza al cliente sono quasi pronti.
Partiranno infatti tra meno un mese le attività di customer care di Iliad: i centri sono localizzati uno a Roma, due Taranto e uno a Corsico (Milano) e attualmente gli addetti al servizio clienti stanno effettuando corsi di formazione ad hoc.
A gennaio Iliad ha nominato il 29enne Benedetto Levi ceo per l’Italia. Laureato in Ingegneria logistica e della produzione al Politecnico di Torino e master in Management alla Scuola Superiore di Commercio di Parigi (Escp Europe), il giovane manager ha vissuto a Londra e Parigi, dove ha fondato una startup specializzata nella vendita di accessori per smartphone. Nel 2015 country manager Italia della startup Captain Train, poi acquisita dal gruppo indipendente Trainline, leader mondiale della vendita on-line di biglietti ferroviari, di cui Levi ha gestito l’ingresso e lo sviluppo in Italia. Insomma, visti i trascorsi parigini Levi doveva essere noto ai francesi di Iliad che si preparano a sfidare i tre big – Wind Tre, Tim e Vodafone – e che non avranno certo vita facile viste le tariffe, già super-concorrenziali che caratterizzano il mercato italiano.
La scelta di un giovanissimo manager potrebbe essere il segnale di un posizionamento strategico nella fascia d’età dei “giovanissimi” e probabilmente a modalità operative più spinte verso il canale online che offline