CONSOLIDAMENTO TLC

Iliad, offerta formale per il 100% di Vodafone Italia: operazione da 14 miliardi?

Il ceo della telco francese, Thomas Reynaud, conferma le indiscrezioni. Lazard e Ubs gli advisor che lavorano al dossier. Nessuna fusione: la società di Xavier Niel punta a rilevare gli asset tricolori del colosso britannico

Pubblicato il 08 Feb 2022

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14 miliardi di euro: tanto potrebbe valere l’acquisizione da parte di Iliad del 100% di Vodafone Italia. È quanto emerge da indiscrezioni di Bloomberg che annuncia di aver ricevuto una conferma dall’amministratore delegato di Iliad, Thomas Reynaud.

A quantificare il valore dell’operazione è il Sole 24Ore. 14 miliardi per rilevare la totalità delle attività italiane della telco britannica. Si tratta di una cifra congrua? Di certo è ben al di sotto dei 21 miliardi sborsati dai russi di Vimpelcom per prendersi Wind nel 2011, operazione che diede vita alla sesta società di Tlc al mondo. Ma da allora i tempi sono cambiati. Molto cambiati. Il valore dell’Arpu era oltre i 20 euro, oggi è crollato al di sotto dei 10. Sono aumentati gli indebitamenti delle telco e il mercato si è fatto talmente competitivo da non consentire più la tenuta per quattro grandi operatori.

Secondo le prime stime degli analisti l’operazione potrebbe però essere al di sotto dei 14 miliardi: “Pur con risultati in calo per effetto della pressione competitiva, ci aspetteremmo un multiplo di 7-8x EV/Ebitda ossia 11-13 miliardi” stima Equita.

Il consolidamento, dunque, è l’unica strada per tornare a un equilibrio, anche se non mancheranno gli ostacoli: “L’operazione per Iliad sarebbe finanziariamente molto impegnativa e non scontata dal punto di vista autorizzativo – commentano gli analisti di Equita- anche se il regolatore europeo è apparso più disponibile a valutare il consolidamento da 4 a 3 operatori, a fronte probabilmente di rimedi (per esempio sulle frequenze)”. E secondo Mediobanca Securities “il consolidamento del settore è la chiave per far fronte alla continua necessità di sostenere infra investimenti e potrebbe eventualmente tradursi in dinamiche di mercato meno competitive”.

Se è vero che al momento l’operazione Iliad-Vodafone è a livello embrionale, i tasselli che iniziano a comporre il puzzle sono parecchi. Tanto per cominciare ci sono i nomi degli advisor, Lazard e Ubs incaricati dalle due telco per valutare l’operazione che se fosse portata a termine farebbe di Iliad il primo operatore in Italia con una marketshare del 36% e revenue vicine ai 6 miliardi. Poi ci sono le dichiarazioni – di appena qualche giorno fa – di Nick Read, il ceo di Vodafone, in occasione della presentazione dei risultati finanziari. Il manager ha detto a chiare lettere che il consolidamento è necessario non solo in Italia ma anche in Uk e Spagna, confermando quanto già dichiarato lo scorso novembre in riferimento alla difficile situazione in cui versa il mercato europeo delle Tlc. Le dichiarazioni di Read fanno il paio con quelle del numero uno di Iliad Italia Benedetto Levi di inizio gennaio: Se uno dei tre principali operatori sarà in vendita valuteremo tutte le opzioni senza preclusioni anche in chiave di M&A”. Ed oggi la conferma dell’Ad Thomas Reynaud.

Il matrimonio fra Linkem e Tiscali è un altro segnale evidente della strada che sta prendendo il nostro Paese.

Last but not least: né Vodafone né Iliad commentano le indicrezioni, altro chiaro segnale che più di qualcosa bolle in pentola.

E d’altro canto l’operazione non sarebbe la prima in ottica di consolidamento in casa Vodafone: a marzo del 2020 è stata completata la fusione fra Inwit – la tower company del Gruppo Tim –  e Vodafone Towers facendo di Inwit la più grande compagnia delle torri del nostro Paese.

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