STRATEGIE

Pronta la rete di Iliad. E spunta l’opzione telefonia fissa

In occasione della presentazione dei dati di Free, la compagnia conferma che infrastruttura, interconnessioni e offerte ci sono. Il dg Lombardini: “Drive test in corso, debutto entro l’estate”. E svela: “Ci sono opportunità anche nel fisso”. Previsti investimenti per 1 miliardo. Ecco gli obblighi di copertura

Pubblicato il 13 Mar 2018

Iliad_Benedetto-Levi

Tutto pronto per il lancio in Italia di Iliad. In occasione della presentazione dei dati del 4° trimestre 2017 di Free in Francia, la compagnia di Xavier Niel ha confermato che l’infrastruttura e le interconnessioni sono pronte così come le offerte e le strategie di marketing ed è “completamente pronta la rete di distribuzione”. In pieno assetto anche il team italiano, che ha “forti sinergie” con quello francese, ha spiegato il dg di Iliad, Maxime Lombardini. Sono poi in corso “drive test” sul territorio per monitorare la qualità del servizio. Quindi, il gruppo “è quasi pronto per il lancio” previsto “entro l’estate”.

Lombardini ha fatto sapere che Iliad in Italia ha attualmente in corso colloqui con tutti i maggiori operatori di torri per dispiegare la sua offerta. Tra questi Inwit e Ray Way, oltre alle intese con Wind/3 e Cellnex. Fonti vicine a Iliad hanno poi precisato che gli investimenti previsti in Italia saranno complessivamente “superiori a un miliardo di euro” mentre finora sono stati spesi 314 milioni. I posti di lavoro sono attualmente un centinaio e sono destinati ad aumentare.

“Le acquisizioni non ci interessano. Non sono un argomento sul tavolo – ha chiarito Lombardini, riguardo a eventuali progetti di crescita esterna in Italia, dove sono circolate voci di un interesse per Tiscali – Vogliamo sviluppare il nostro modello a partire da una pagina bianca”.

Lombardini è convinto che la compagnia possa “avere un posto importante in Italia. Siamo ben posizionati per avere successo nelle nostre ambizioni”, svelando anche un interesse per il fisso. “Ci sono opportunità anche lì”, ha sottolineato.

La parola d’ordine è trasparenza per conquistare la fiducia dei consumatori, come evidenziato nella sua prima intervista anche dal ceo per l’Italia di Iliad, Benedetto Levi. Per il fondatore di Iliad, Xavier Niel “i prezzi della telefonia mobile in Italia sono più cari di quelli della Francia, anche perché ci sono molti piccoli costi nascosti, come il costo degli sms. Un po’ piu’ di trasparenza non farebbe male. In Francia c’è di più. Il consumatore italiano paga in media 1,5 euro al mese più della sua controparte francese”.

La documentazione sui conti di Iliad è ancora più netta nel descrivere il mercato italiano dove, si legge, “c’è una mancanza totale di trasparenza”. In base alle slide di Iliad la spesa media per abitante nel mobile in Italia è di 19,1 euro per mese contro i 17,6 euro in Francia. Il mercato italiano ammonta a 32 miliardi, suddivisi equamente tra fisso e mobile contro i 36 miliardi di quello francese (19 nel mobile e 17 nel fisso). Quindi, quello italiano è “un contesto competitivo” che “offre forti opportunità a un nuovo player manager di Iliad.

La presentazione dei dati di Free è stata anche l’occasione per fare il punto sulle frequenze: nel periodo transitorio che termina a fine 2019, parte del portafoglio di frequenze, cedute da Wind Tre dopo la fusione, (35 Mhz di cui 5 Mhz in banda 900, 10 Mhz in banda 1800, 10 MHz in banda 2100 e 10 MHz in banda 2600) sarà utilizzato da Wind Tre.

Il 4 novembre del 2016 il Mise ha dato l’ok al trasferimento dei diritti di utilizzo di un portafoglio di frequenze da 35 Mhz a Iliad Italia, specificando gli obblighi di copertura relativi a questi diritti d’uso. Nello specifico Iliad dovrà: lanciare commercialmente i servizi di telefonia mobile su banda 1800 Mhz entro gennaio 2020; coprire con la banda 2100 Mhz (o 900 Mhz) i capoluoghi di regione entro il 1° luglio 2022 e i capoluoghi di provincia entro il 1° gennaio 2025. Infine dovrà coprire con la banda 2600 MHz il 20% della popolazione 24 mesi dopo che sarà messa a disposizione (o a fine giugno 2019) e 40% della popolazione 48 mesi dopo la messa a disposizione dei 2600 Mhz (o fine giugno 2021).

Iliad ha chiuso il 2017 con un utile netto pressoché stabile a 405 milioni di euro e ha dichiarato di puntare a una quota di mercato del “25% a lungo termine” in Francia. L’utile netto, spiega la società, è stato influenzato da una imposta eccezionale sulle società per un importo di 76 milioni di euro. Senza questo elemento eccezionale, l’utile netto sarebbe aumentato del 19,3% a 480 milioni. L’Ebitda è cresciuto del 6% su base annua a 1,77 miliardi di euro, con “un forte miglioramento dell’attività mobile” e un “declino della redditività del fisso”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati