Il deal Microsoft-Nokia suscita quache preoccupazione nei produttori di cellulari concorrenti. E non solo. Google e Samsung hanno unito le loro voci a quelle dei vendor cinesi esprimendo alle autorità cinesi i loro timori in merito al takeover delle attività hardware del produttore finlandese da parte di Microsoft: l’acquisizione della produzione di handset da parte del colosso americano del software potrebbe risultare, infatti, secondo quanto indicano Google e Samsung, in un aumento dei costi delle licenze per l’utilizzo di molti brevetti mobili.
L’agenzia di stampa Bloomberg riferisce che Google e Samsung hanno chiesto al ministero del Commercio cinese, che sta passando al vaglio il deal per scongiurare situazioni di monopolio, di assicurarsi che l’acquisizione di Nokia da parte di Microsoft non comporti un aumento delle tariffe dei brevetti per le tecnologie mobili che resteranno in mano a Nokia. Le due aziende si preoccupano anche che Microsoft si rafforzi eccessivamente sul mercato degli smartphone e possa abusare del predominio nell’ambito dei brevetti.
Già i produttori cinesi di cellulari Huawei e Zte si erano fatti avanti per chiedere ai regolatori cinesi di imporre precise condizioni al deal. L’acquisizione, annunciata a settembre, è ancora in attesa dell’approvazione delle autorità cinesi, prima di poter essere completata. Secondo l’accordo raggiunto, Microsoft compra il business hardware di Nokia mentre la maggior parte dei brevetti mobili restano sotto il controllo dell’azienda finlandese. Microsoft ha già ottenuto l’approvazione dell’Unione europea il 4 dicembre, anche se i regolatori dell’Ue hanno fatto sapere che terranno d’occhio il comportamento di Nokia nel concedere le licenze per i suoi brevetti anche dopo la chiusura della transazione.
Secondo Bloomberg, in Cina il via libera del ministero del Commercio sarebbe scontato, ma resta da capire se il ministro esigerà da Microsoft e Nokia delle garanzie per evitare un aumento del prezzo delle licenze per i preziosi brevetti mobili della casa finlandese.