In Europa cresce il broadband. Ma l’Italia resta al palo

Uno studio di Bruxelles evidenzia un aumento del 10,7% delle numero delle connessioni: i Paesi scandinavi fanno da traino. In Italia il 30% degli utenti non riesce nemmeno a vedere un video in streaming

Pubblicato il 18 Nov 2009

In Europa la banda larga continua a crescere. A dirlo il rapporto pubblicato
oggi dalla Commissione europea, secondo cui nel luglio del 2009 il
24% della popolazione della Ue disponeva di un contratto di accesso
in banda larga, a fronte del 21,6% dello stesso mese del 2008. In
aumento anche il numero di collegamenti veloci, con un incremento
medio 10,7% registrato tra luglio 2008 e luglio 2009, nonostante un
contesto economico fortemente negativo: al 1° luglio 2009 vi erano
oltre 120 milioni di linee fisse a banda larga, di cui ben 11,5
milioni di nuove linee attivate dal luglio 2008.

Lo studio evidenzia anche un forte aumento della banda larga mobile
che ha fatto registrare un incremento del 54% da gennaio 2009 a
oggi, con un tasso di penetrazione del 4,2%.

Altro dato importante riguarda la velocità dei collegamenti a
Internet in banda larga: nella Ue l'80% di essi garantisce una
velocità di download di 2 megabit al secondo (Mbps), con un
incremento del 5% rispetto allo scorso anno, suffociente per la
fruizione di video streaming online.  "Più del 15% offre
velocità superiori a 10 Mbps (un incremento del 10% rispetto a
gennaio 2009). Velocità maggiori di trasmissione dei dati offrono
generalmente agli utenti una scelta migliore e più vasta a un
prezzo inferiore per megabit", precisa Bruxelles.

Ma vediamo i numeri del dettaglio. “La Danimarca e i Paesi Bassi,
dove circa il 40% della popolazione ha un accesso a banda larga,
continuano a essere all'avanguardia mondiale per la diffusione
di tale tecnologia, ma il loro tasso di crescita ha subito un
rallentamento dovuto al fatto che il mercato è prossimo alla
saturazione –  si legge nel report -. Nove paesi (Danimarca 37,3%,
Paesi Bassi 36,2%, Svezia 31,3%, Finlandia 30,7%, Lussemburgo
28,8%, Regno Unito 28,4%, Francia 27,7%, Germania 27,5% e ora anche
il Belgio 27,5%) hanno un livello superiore a quello degli Stati
Uniti, nei quali la diffusione della banda larga è al 25,8%”. I
paesi che hanno fatto registrare la crescita più sostenuta sono il
Lussemburgo (+ 18,3%) e il Portogallo (+ 11,7%).

A non essere menzionata, come si può notare, l’Italia dove le
linee veloci sono 18,7 milioni. Di questi, 5.6 milioni hanno una
banda minore a 2Mbps; 11.8 milioni hanno tra 2 e 10 Mbps; 1.2
milioni hanno una banda maggiore ai 10 Mbps. In altre parole più
del 30% degli italiani è fuori da una modalità "media"
di fruizione della Rete, non potendo  nemmeno accedere a servizio
di video straming.

"Nonostante il rallentamento economico, il mercato della banda
larga in Europa continua a evidenziare un forte dinamismo.
L'aumento della concorrenza garantisce servizi migliori e ormai
i consumatori considerano l'accesso a internet in banda larga
come un aspetto essenziale – spiega Viviane Reding, commissario Ue
alla Società dell’Informazione -. Si tratta di un buon punto di
partenza per la prossima Commissione europea”.

Secondo Bruxelles i mercati dinamici della banda larga ad alta
velocità in un mercato unico e concorrenziale delle
telecomunicazioni costituiscono “una priorità strategica
dell'agenda europea del digitale che la Commissione sta
attualmente preparando”.

“L'internet a banda larga di nuova generazione, con reti a
fibre ottiche o senza fili, è un presupposto essenziale per
l'affermarsi di un’economia digitale forte in Europa e per
garantire la supremazia europea nelle nuove tecnologie e
applicazioni – prosegue la Reding -. Dopo l'accordo raggiunto
il 5 novembre tra Parlamento europeo e Consiglio, volto definire un
nuovo quadro normativo orientato alla concorrenza per il mercato
europeo delle telecomunicazioni mi aspetto un forte impulso alle
iniziative per la diffusione dell'internet ad alta velocità in
tutti gli Stati membri. È chiaro che l'Europa è pronta per
fare sì che il prossimo decennio sia interamente digitale".

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