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In Ungheria una tassa supplementare sulle Tlc, Etno: “Così si ostacola la crescita”

Il governo di Budapest presenta un disegno di legge ad hoc. Obiettivo: incassare fino a 150 milioni per il consolidamento del bilancio. Bouverot (Gsma): “L’esecutivo ci ripensi”

Pubblicato il 18 Mag 2012

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Il governo ungherese ha firmato un disegno di legge, che dovrebbe entrare in vigore dal luglio 2012, che prevede una tassa supplementare per le Tlc da cui Budapest punta ad incassare circa 140-150 milioni di euro l’anno da utilizzare per il consolidamento di bilancio.

Il disegno di legge, già presentato al Parlamento, riguarda gli operatori di telefonia e di servizi di messaggistica. La nuova imposta ricalca quella già esistente, ora al vaglio della Commissione europea, che non verrà eliminata con il risultato che consumatori e industrie ungheresi si troveranno a pagare due volte.

"La nuova tassa è molto dannosa non solo per il settore delle telecomunicazioni, ma per la crescita economica generale – spiega Luigi Gambardella, presidente di Etno – esecutivo. "Nel momento in cui i leader europei stanno perseguendo una nuova strategia di crescita per aiutare l’Unione a uscire dalla crisi economica, il governo ungherese contrasta questa iniziativa stabilendo oneri fiscali aggiuntivi. La tassa impatterà direttamente sui consumatori, aumenterà i prezzi e ostacolerà la crescita. Il settore delle telecomunicazioni è una piattaforma per l’innovazione sui cui i governi dovrebbero contare per agganciare la crescita”.

"Nel clima economico attuale è di vitale importanza per i governi di favorire e non ostacolare la crescita economica – fa eco Anne Bouverot, direttore generale di Gsma – L’onere dell’imposta supplementare influisce sulla capacità degli operatori ungheresi di soddisfare le esigenze dei loro clienti e quindi chiediamo al governo ungherese di rivedere la sua strategia fiscale per adottare un approccio più positivo”.

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