CELLTEL

Incendio ex Olivetti, 600 lavoratori a rischio

Nessun ferito ma danni per almeno 3 milioni di euro dopo il rogo scoppiato nello stabilimento di Scarmagno, nel Canavese. Più di 500 i dipendenti evacuati di Celltel, Comdata, Innovis e Wirelab. Rita Castelnuovo (Cgil): “Oggi l’incontro con Confindustria per discutere il destino dei lavoratori”

Pubblicato il 20 Mar 2013

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Nessun ferito, ma danni per almeno 3 milioni di euro nel gravissimo incendio divampato ieri pomeriggio nei magazzini e laboratori della Celltel, azienda di telefonia che occupa parte dell’ex stabilimento Olivetti di Scarmagno nel canavese. L’incendio è stato domato in nottata, dopo l’intervento di 4 squadre di vigili del fuoco, del nucleo Nbcr e dell’Arpa, che hanno effettuato i rilievi per scongiurare i pericoli ambientali. Da accertare le cause del rogo, per il quale sono stati fatti evacuare circa 500 operai, quelli della Celltel e di alcune aziende vicine, in particolare Comdata, Innovis (Gruppo Comdata) e Wirelab.

“C’è ancora del fumo che sale dal capannone – ha detto oggi in mattinata al Corriere delle Comunicazioni Rita Castelnuovo, responsabile Cgil di Ivrea – i lavoratori coinvolti che rischiano il posto sono fra 500 e 600. Oggi avremo un incontro con Confindustria, per decidere come procedere e verificare la disponibilità ad un periodo di della cassa integrazione per i lavoratori. E’ una botta per l’area industriale del Canavese, che sconta già diversi problemi dopo le crisi di aziende metalmeccaniche come l’ex Sandretto e la Romi. Inoltre, ci sono anche problemi con il pubblico, per la raccolta rifiuti”.

Nel pomeriggio, il Gruppo Comdata, società di customer care che nel complesso industriale di Scarmagno occupa 170 dipendenti della società Innovis, parte del Gruppo, e 230 risorse di Comdata Spa, “comunica di aver avviato tutte le misure indispensabili per ripristinare la situazione antecedente l’incendio nel più breve tempo possibile – si legge in una nota – In particolare, il gruppo Comdata ha operato per riavviare le attività nelle sue sedi del Canavese dove lavorano 900 persone. In data odierna, 20 marzo, sono già pienamente operativi oltre 100 dipendenti addetti al front end di un importante cliente ed entro lunedì 25 marzo riprenderanno il lavoro altre 150 persone”.

“Per le restanti persone il piano approntato prevede il rientro al più tardi entro fine aprile – prosegue la nota – in considerazione dell’impossibilità di reperire immediatamente nuovi spazi e le postazioni necessarie allo svolgimento del lavoro, oltre che della necessità di allestire tutte le infrastrutture tecnologiche nei nuovi locali. L’insieme degli interventi predisposti ha permesso di garantire la continuità del servizio verso i clienti e la ripresa progressiva del lavoro”.

Comdata chiederà per i periodi di sospensione dal lavoro – chiude la nota – come previsto dalla legislazione vigente, l’intervento della cassa integrazione ordinaria per evento catastrofico imprevedibile”.

Nel magazzino in fiamme della Celltel, sono andati a fuoco cartone, materiale elettrico e telefonini. A preoccupare i vigili del fuoco la vicinanza dell’Interchimica, azienda chimica dove qualche mese fa i vigili del fuoco avevano spento un principio d’incendio.

Tra i rischi, al di là dei danni ambientali, c’è anche quello che l’incendio provochi danni irreparabili all’azienda, con eventuali ripercussioni sull’occupazione. “La Celltel – ha detto il sindaco di Scarmagno, Pierluigi Bot Sartor – è una delle pochissime realtà industriali sopravvissute alla crisi. Se i danni fossero irreparabili, sarebbe un vero dramma”. Celltel ha commesse con Telecom, Olivetti, Mediaset e Fastweb.

Secondo la Fiom torinese, l’incendio rischia di essere il colpo di grazia per il distretto delle comunicazioni di Ivrea.

Il Capannone C di Scarmagno (30mila metri quadri di superficie) ospitava oltre 650 lavoratori: la maggior parte di Comdata e Innovis, oltre a quelli di Celltel e Wirelab. Ora per loro si apre un periodo di assoluta incertezza: “Occorrerà valutare al più presto ciascuna delle quattro realtà – spiegava ieri sera Alberto Mancino della Uilm al sito Localport.it – un periodo di cassa integrazione sembra inevitabile, vista la situazione dello stabile, ma ci preoccupa maggiormente il futuro meno immediato, perché oltre a ricollocare il personale, almeno due di queste aziende (Celltel e Wirelab, ndr) dovranno trovare anche una nuova sede. Diverso il discorso per Comdata e per la sua controllata Innovis, che hanno già altre realtà sul territorio e, quindi, possono valutare altre ipotesi”.

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