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Indirect monetization leva per rilanciare la profittabilità delle telco



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Il traffico dati cresce, ma i ricavi restano stagnanti: Senza Fili analizza come trasformare le reti da “dumb pipe” a “smart pipe” puntando a strategie su misura

Pubblicato il 8 apr 2025



torri, tower company, tlc, wireless, mobile

La crescita esplosiva che ha caratterizzato il settore delle telecomunicazioni negli anni ’90 e 2000 è ormai un lontano ricordo. Oggi, nonostante l’accesso mobile sia disponibile per oltre il 70% della popolazione globale, secondo Gsma, e il traffico dati mensile per abbonato sia salito a 19 Gb (dati Ericsson), il settore si confronta con una crescita dei ricavi piatta, limitata a un modesto 1-3% annuo. È il segnale inequivocabile della maturità del comparto. Come sottolinea un’analisi di Senza Fili, oggi la sfida più urgente per gli operatori è quella della monetization, che non può più dipendere dall’aumento dell’Arpu, il ricavo medio per utente.

Il futuro passa dall’indirect monetization, un modello che permette di estrarre valore dalla rete esistente migliorando l’efficienza operativa e abilitando nuovi flussi di ricavi.

L’importanza dell’indirect monetization

Per troppo tempo gli operatori hanno rincorso una crescita basata sul prezzo dell’abbonamento, scivolando in una concorrenza distruttiva che ha finito per impoverire la percezione del valore delle reti. La conseguenza, come osserva Senza Fili, è stata la riduzione delle infrastrutture di telecomunicazione a semplici “dumb pipes”, invisibili e sottovalutate. Eppure, la rete è un asset strategico, indispensabile alla vita economica e sociale. Riconoscere questo valore significa investire nell’indirect monetization: un approccio che trasforma le capacità della rete in servizi vendibili a terze parti tramite Api, e che permette agli operatori di ottimizzare l’uso delle risorse di rete, ridurre i costi operativi per bit trasportato e generare nuovi ricavi da applicazioni e servizi connessi.

Un caso emblematico riguarda la gestione del traffico video. Integrandosi direttamente con i fornitori di contenuti via Api, gli operatori possono adattare dinamicamente la qualità dello streaming in base a fattori come il dispositivo, le condizioni di rete e il carico, migliorando l’esperienza utente e, contemporaneamente, ottimizzando l’infrastruttura.

Costruire nuove fonti di valore

Il principio chiave dell’indirect monetization è semplice: anziché cercare di aumentare il prezzo della connettività, gli operatori devono rendere accessibili le funzionalità intelligenti della rete a sviluppatori, provider di contenuti e imprese.

La rete può diventare:

  • Un motore di delivery ottimizzato per applicazioni in tempo reale
  • Una piattaforma per servizi personalizzati di gestione del traffico
  • Un’infrastruttura capace di supportare modelli di business innovativi in settori come gaming, realtà aumentata, IoT industriale

L’analisi di Senza Fili evidenzia che l’adozione di AI e automazione nella gestione dei dati di rete è cruciale per rendere efficiente questo processo. Predire i pattern di traffico, ottimizzare i consumi energetici, migliorare la prioritizzazione dei servizi sono azioni che permettono di creare valore, riducendo allo stesso tempo il costo operativo. Ciò che serve, più di nuove infrastrutture, è un cambio di mentalità: riconoscere che la monetizzazione passa oggi attraverso una gestione intelligente e proattiva degli asset esistenti.

Ciò che si può controllare: efficienza e valore interno

Gli operatori non possono imporre una maggiore spesa agli utenti, ma possono controllare come operano e come valorizzano le proprie reti. L’indirect monetization si basa proprio su questo: migliorare l’efficienza interna e aprire la rete a nuove possibilità. Come evidenzia Senza Fili, il primo passo è un’analisi onesta delle capacità disponibili e delle aree di miglioramento. Ogni operatore deve costruire una strategia su misura, capace di valorizzare i propri asset e differenziarsi dai concorrenti.

L’indirect monetization offre inoltre un altro grande vantaggio: permette di uscire dalla logica del “nuovo standard tecnologico” come unico driver di crescita. Non serve attendere il 6G per cambiare le regole del gioco. Con l’approccio giusto, gli operatori possono iniziare a monetizzare meglio già oggi.

Trasformare la rete in una smart pipe con l’indirect monetization

Rinunciare all’illusione di crescere solo attraverso nuovi abbonamenti o nuove tecnologie è il primo passo per costruire una strategia sostenibile. La rete, se trattata come un’infrastruttura intelligente e aperta, può diventare una piattaforma di valore continuo. La sfida dell’indirect monetization è anche un’opportunità di riposizionamento: gli operatori che sapranno integrarsi con l’ecosistema digitale, fornendo servizi Api-driven e supportando applicazioni innovative, diventeranno attori centrali nella nuova economia iperconnessa.

Come conclude Senza Fili, “gli operatori possono trasformarsi da semplici fornitori di connettività a protagonisti attivi dell’ecosistema digitale. Non è solo una questione di sopravvivenza, ma una straordinaria occasione di crescita.”

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