Comprare online con carta di credito è una pratica che ormai gli italiani conoscono bene, tuttavia la fiducia sembra non essere troppa. Se, infatti, l’89% dei nostri connazionali cerca regolarmente informazioni su internet riguardo ai prodotti che intende acquistare, solo il 34% porta a termine la transazione.
Sono i dati che emergono dall’ultimo E-commerce Report, messo a punto da ContactLab e Netcomm analizzando le abitudini degli europei in materia di shopping online. Come si comportano i consumatori online prima di inserire il codice della propria Visa o MasterCard sul sito per completare l’acquisto?
All’estero è evidente una maggiore propensione per le “compere comode” se consideriamo che, dopo aver reperito informazioni sul web, ben 9 utenti su 10 in Gran Bretagna e uno su 2 in Spagna acquistano online. In Italia persiste una certa diffidenza, accompagnata tuttavia da previsioni ottimistiche per il futuro.
Quasi tutti gli online shopper (94%) raccoglie notizie riguardo a marchi e prodotti su internet, rivolgendosi direttamente alla fonte, ovvero ai siti ufficiali dei brand (67%). In seguito, si consultano i pareri degli esperti in materia (recensioni e affini guadagnano il 57% delle preferenze), e le esperienze degli utenti che hanno cercato gli stessi prodotti (47%).
Se l’e-commerce non si è ancora conquistato piena fiducia da parte degli italiani, internet ha sicuramente il monopolio come origine di tutte le informazioni da sapere prima di andare in giro per negozi. Prova ne sia il fatto che ormai resta solo meno di un italiano su 10 che si affida esclusivamente ai consigli delle commesse negli esercizi commerciali.
Ecco perché, secondo ContactLab e Netcomm, l’e-commerce ha ottime potenzialità nel nostro Paese. Intervistando il campione sulle previsioni d’acquisto, si scopre infatti che l’8% di chi non compra online farà il suo debutto sui marketplace nei prossimi 12 mesi, e un ulteriore 50% si dichiara disposto a provare l’e-commerce, pur non sapendo ancora quando.
Perché la diffusione dell’e-commerce sia più capillare in Italia è necessario agire su dei fattori culturali, che smussino non solo la mancanza di fiducia nei confronti dei negozi virtuali, in cui la merce non può essere esaminata di persona, ma soprattutto la resistenza a forme di pagamento elettronico quali PayPal o i bonifici. Le transazioni italiane infatti sono effettuate in larga parte con le prepagate (48%), strumenti di certo affidabili, ma che denotano ancora il timore per l’incolumità del proprio conto corrente.