“Le nuove infrastrutture che il Governo varerà non dovranno nascere fragili, ma avere come prioritaria la sicurezza e la continuità operativa per scongiurare che eventi naturali, incidenti, attentati o guasti penalizzino il Paese privando i cittadini di servizi essenziali (energia, comunicazioni, trasporti)”. Lo ha chiesto il ricercatore Sandro Bologna, presidente dell’Aiic-Associazione Italiana esperti in Infrastrutture Critiche (riunisce quelli dei principali organismi pubblici e privati, università e ricerca) in una lettera al ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, e al viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Mario Ciaccia.
Dopo aver accolto con favore gli interventi per lo sviluppo di infrastrutture strategiche, indicati dal decreto legge sulle liberalizzazioni, Bologna ha posto in evidenza che “nella loro suddivisione settoriale – continua – soprattutto energia, trasporti e telecomunicazioni, esse sono il tessuto vitale e nevralgico di ogni nazione evoluta e competitiva. Le nuove applicazioni digitali le hanno rese più efficienti, ma anche sempre più interconnesse e, quindi, più fragili, esponendole in misura crescente al cosiddetto ‘effetto domino’, in grado di alterare se non bloccare la normale vita di un Paese”.
“Un danno o incidente in una si può ripercuotere rapidamente sulle altre. Per questo – aggiunge Bologna – serve una visione strategica d’insieme, con un approccio olistico alle politiche di sviluppo delle infrastrutture, in grado di definire i requisiti essenziali del sistema infrastrutturale nazionale, atti a massimizzare la continuità operativa delle singole infrastrutture in caso di eventi gravi (incidenti, attentati, disastri, ecc.) che interessino una o più infrastrutture. In fase di progettazione del sistema infrastrutturale si debbono considerare i requisiti minimi per impedire quegli squilibri che, invece, potrebbero portare a una vulnerabilità inaccettabile e molto onerosa per l’intero Sistema Italia”.
A Passera e Ciaccia è stata posta, inoltre, l’esigenza “sia di evitare la creazione di nodi territoriali estremamente vulnerabili per l’intersezione di più reti, scongiurando ricadute a cascata su altri sistemi e sulla stessa qualità della vita della popolazione; sia di pianificare già in fase di progettazione tutti gli interventi necessari a migliorare la protezione e la sicurezza delle singole reti e del sistema di reti nazionali”.
Per questo il presidente Aiic “nell’interesse preminente del Paese”, ha messo a disposizione dei due ministri “le solide esperienze e le radicate conoscenze tecnico-scientifiche dell’Aiic nella protezione e sicurezza delle infrastrutture critiche, una materia molto delicata e strategica che, tra l’altro, per alcuni settori è pure regolata da una specifica direttiva Ue”.