Dopo la cyber-frode che ha colpito la scorsa settimana il mercato
mondiale su cui si scambiano le emissioni di CO2, cresce per
l’Unione europea l’urgenza di affinare i suoi strumenti contro
i potenziali attacchi alla catena del rifornimento dell’energia.
I cyber-attentati alla rete elettrica rappresentano una delle
maggiori preoccupazioni per le autorità anche alla luce di quanto
accaduto nel 2009 negli Stati Uniti: spie telematiche russe e
cinesi sarebbero entrate nella rete elettrica americana e avrebbero
installato programmi software che potevano essere usati per mandare
in tilt il sistema.
“Tra tutte le minacce possibili, quelle informatiche sono
probabilmente le più temibili”, afferma un rappresentante
dell’Ue sentito dal sito Euractiv. “E’ qui che siamo più
deboli. Per questo il direttore generale per l’azione sul clima
della Commissione europea sta studiando i sistemi Ict e il loro
funzionamento e anche altri dipartimenti della Commissione si
stanno interessando alle possibili cyber-minacce allo scambio di
elettricità e gas”.
La questione è ritenuta prioritaria, tanto che lo scorso aprile i
ministri dell’Ue hanno chiesto alla Commissione europea di
valutare se sia il caso di creare un’agenzia centralizzata per
occuparsi di cyber-crime. A settembre è stato poi pubblicato un
pacchetto di proposte centrato soprattutto su malware o botnet e
sul rafforzamento del mandato dell’Enisa, l’agenzia Ue che si
occupa di sicurezza delle reti. Oggi il direttorato generale per
l’energia della Commissione sta discutendo una proposta
sull’integrità dei mercati e Internet, in vista del prossimo
incontro dei ministri dell’energia europei.
Definire e valutare l’impatto del cyber-terrorismo è già di per
sè un problema. Mentre sono stati effettuati calcoli sul valore
dei furti online (si stima che vengano sottratti 1.000 miliardi di
dollari l’anno), non ci sono moti casi documentati di
cyber-terrorismo. Inoltre, alcuni analisti suggeriscono di
applicare il termine di terrorismo via Internet solo agli attacchi
che minacciano vite e beni per scopi politici, mentre altri pensano
che la definizione vada estesa ai siti che incorporano certi
contenuti e prendono di mira alcuni obiettivi sensibili.
In più non sempre i cyber-attentati sono opera di criminali
organizzati, ha messo in guardia Fernando Sanchez-Gomez, direttore
del Centro nazionale per la protezione delle infrastrutture
critiche del ministero dell’Interno spagnolo, a una recente
conferenza della Security and Defence Agenda, il think-tank di
Bruxelles che si occupa di sicurezza e difesa. Ma sicuramente
“Internet può diventare un’arma in più in mano ai
terroristi”, secondo Sanchez-Gomez.
"L’evoluzione delle reti elettriche impone di trovare nuovi
modi per proteggere le infrastrutture: dovremo forzatamente tener
conto del cyber-terrorismo”, ha ribadito alla stessa conferenza
Jean-Arnold Vinois, capo delle politiche energetiche della
Commissione europea.