IL PROGETTO

Infrastrutture digitali, la Bei scommette su Inwit: sul piatto 250 milioni

Firmato l’accordo a sostegno del piano di investimenti dell’operatore. Obiettivo la realizzazione di torri per il 5G, reti mobili e sistemi Distributed Antenna System. Spinta al Fixed Wireless Access

Pubblicato il 03 Ago 2021

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Investimenti nella realizzazione di nuove torri per la diffusione del 5G, di coperture di rete mobile indoor e outdoor come small cell e sistemi Distributed Antenna System e per la sperimentazione di nuove tecnologie innovative a supporto degli operatori. E’ l’obiettivo del piano di Inwit che incasserà 250 milioni di finanziamento dalla Banca Europea per gli Investimenti.

In cosa consiste il progetto

Il progetto è in linea con il piano industriale di Inwit, che prevede investimenti nella realizzazione di nuove torri per la diffusione del 5G, nella realizzazione di coperture di rete mobile indoor e outdoor come small cell e sistemi Das e per la sperimentazione di nuove tecnologie innovative a supporto degli operatori.

Un’infrastruttura di rete che sarà a disposizione anche per le ospitalità delle apparecchiature Fixed Wireless Access, per ampliare la copertura della banda larga fissa in zone con una bassa densità di popolazione.

Strategie anti-digital divide

L’operazione di finanziamento da 250 milioni di euro consentirà a Inwit di proseguire nella ottimizzazione della propria struttura del debito, perseguendo gli obiettivi di allungamento della durata e di riduzione del costo.

“Si tratta del primo progetto di Inwit finanziato dalla Bei – dice Giovanni Ferigo, amministratore delegato di Inwit – ed evidenzia l’importanza del lavoro che stiamo facendo nello sviluppo delle infrastrutture del Paese a servizio degli operatori mobili e dei Fwa, proseguendo nel nostro contributo alla riduzione del digital divide nel Paese”.

Il valore del 5G

Secondo l’Ad di Inwit “la penetrazione del 5G aprirà grandi opportunità organizzative per le imprese e per le pubbliche amministrazioni e permetterà di trasformare le città in smart cities dove servizi evoluti, innovazione e attenzione alle esigenze dei cittadini costituiranno gli assi portanti del nuovo sviluppo urbano”.

Per innescare la rivoluzione servirà però una copertura capillare della rete mobile ultraveloce, “non soltanto in outdoor, con le torri di Tlc, ma anche – grazie ai sistemi Das (Distributed Antenna System) o alle small-cells, che permettono di coprire con il segnale mobile aree molto affollate e con problemi di ricezione – all’interno di edifici, stazioni, ospedali, aeroporti, musei, aziende, università, centri commerciali e luoghi di aggregazione”, ha evidenziato il manager ricordando che “già oggi un cliente 4G consuma in media 10 Gbyte/mese e che addirittura l’80% dei dati mobili è originato da indoor”. E con il 5G “è ragionevole pensare che questi numeri cresceranno esponenzialmente: più dati (in media 10 volte più del 4G), più veloci (1-10 millisecondi, circa 10 volte meno degli attuali) e moltissime più connessioni”.

La strada però non è affatto in discesa ed è la questione culturale – secondo Ferigo – a rappresentare uno degli ostacoli più grandi sul cammino italiano. “Affinché le aziende, la PA e tutti i cittadini siano consapevoli delle potenzialità del 5G e dei vantaggi che lo sviluppo delle reti di quinta generazione produrrà sul sistema-paese, è necessario puntare sul tema dell’education, in modo da diffondere la cultura digitale tra la popolazione, in particolare tra gli imprenditori e i manager, aspetto questo sul quale il nostro Paese è ancora molto indietro”.

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