Nel panorama globale delle telecomunicazioni, due priorità emergono con forza: accelerare la digitalizzazione e ridurre l’impatto ambientale. La convergenza di questi due obiettivi ridefinisce oggi la progettazione e la gestione delle infrastrutture: non basta più estendere le reti, bisogna farlo in modo sostenibile.
L’Europa ha tracciato una rotta chiara attraverso il Green Deal e i programmi di trasformazione digitale, imponendo standard più stringenti anche per l’industria delle telecomunicazioni. In Italia, dove la copertura 5G avanza e il traffico dati cresce in modo esponenziale, la sfida è costruire infrastrutture digitali resilienti, efficienti e green, capaci di supportare nuovi servizi come l’Internet of Things, la smart mobility e le smart city.
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L’esempio italiano: Inwit investe su connettività e ambiente
Dentro questo scenario si inserisce il nuovo piano industriale di Inwit, che ha annunciato un investimento di 1,5 miliardi di euro destinato a torri, sistemi Das indoor, reti IoT e progetti di smart city e smart transportation.
“Inwit si conferma la prima tower company italiana e tra le principali digital infrastructure company, leader nelle infrastrutture passive per le telecomunicazioni mobili”, dichiara Diego Galli, Direttore Generale di Inwit. Il modello operativo di Inwit punta sulla sharing economy: “Le nostre 25 mila torri e circa 610 apparati per coperture dedicate multi-operatore indoor Das sono oggi infrastrutture digitali e condivise, in grado di servire contemporaneamente più operatori e più tecnologie”, spiega.
Il concetto chiave è l’ottimizzazione delle risorse: ogni asset è progettato per essere condiviso da più operatori, riducendo l’impatto ambientale della duplicazione di infrastrutture sul territorio.
Energia solare e autoconsumo: la nuova frontiera
Accanto all’espansione fisica delle reti, il piano Inwit mette al centro anche la produzione energetica sostenibile. “Con il nostro modello di business, intrinsecamente sostenibile, investiamo 1,5 miliardi nell’arco del piano industriale”, ribadisce Galli. Una parte significativa dell’investimento è destinata alla realizzazione di oltre 400 impianti fotovoltaici di media dimensione, nell’ambito di un progetto di produzione e autoconsumo diffuso di energia solare.
Questo approccio non solo consente di abbassare i costi operativi, ma contribuisce attivamente agli obiettivi di decarbonizzazione, allineando l’espansione della connettività alla riduzione delle emissioni. La sostenibilità energetica, dunque, non è più un corollario delle infrastrutture digitali: diventa un fattore strutturale della loro progettazione e gestione.
Infrastrutture condivise, smart city e resilienza urbana
Lo sviluppo di smart city e reti di smart transportation rappresenta un ulteriore ambito in cui infrastrutture digitali e sostenibilità si intrecciano. La connettività capillare, la gestione intelligente del traffico, la sensoristica urbana e i servizi di emergenza rapidi richiedono reti distribuite, robuste ed efficienti. Le torri condivise, i sistemi Das indoor e le micro-infrastrutture per l’IoT diventano quindi elementi cruciali di una nuova urbanistica digitale, progettata per migliorare la qualità della vita riducendo al minimo l’impatto ambientale.
Come sottolinea Galli, “le infrastrutture digitali e multi-operatore di Inwit si confermano al centro del trend di digitalizzazione in atto: asset connessi, vicini all’utente finale, condivisi e protetti, in grado di fornire una risposta efficiente alle esigenze infrastrutturali degli operatori telco”.
Infrastrutture digitali e sostenibilità, insomma, non sono più due percorsi paralleli, ma linee che si intrecciano nel disegnare il futuro delle telecomunicazioni. La sfida vera non sarà solo costruire nuove reti o moltiplicare i collegamenti, ma rigenerare l’intero ecosistema tecnologico secondo principi di efficienza, condivisione e rispetto ambientale.