L’intelligenza artificiale (AI) sta trasformando il settore delle telecomunicazioni, migliorando l’efficienza operativa delle reti e supportando gli obiettivi di digitalizzazione nazionali. Tuttavia, secondo il report “AI for connectivity: how policy makers can help digitalisation” di Analysys Mason, commissionato da Cisco, il settore delle comunicazioni deve ancora superare diverse barriere per sfruttare appieno il potenziale dell’AI. I policy maker hanno un ruolo fondamentale nel facilitare questa adozione e massimizzare i benefici delle reti intelligenti.
AI e digitalizzazione: un connubio essenziale
Le reti digitali sono il pilastro della digitalizzazione, un processo che molti governi vedono come motore di crescita economica, miglioramento dei servizi pubblici e inclusione sociale. L’AI può rafforzare questi aspetti migliorando la resilienza, la sicurezza e l’affidabilità delle reti, ottimizzando l’efficienza operativa e riducendo i costi, garantendo prestazioni elevate per un’esperienza utente superiore e contribuendo alla sostenibilità attraverso un uso più razionale dell’energia.
Le principali applicazioni dell’AI nelle reti
Il report evidenzia diversi ambiti in cui l’AI può rivoluzionare le operazioni di rete. Il rilevamento delle anomalie e l’analisi delle cause possono prevenire guasti e migliorare la sicurezza, mentre l’ottimizzazione della configurazione riduce il rischio di errori umani. La manutenzione predittiva, basata sull’analisi dei dati, consente di prevenire interruzioni dei servizi, mentre una gestione intelligente della capacità assicura una distribuzione ottimale delle risorse.
Inoltre, l’AI aiuta a ottimizzare gli investimenti infrastrutturali e migliora le prestazioni delle reti wireless attraverso una gestione dinamica dello spettro e la riduzione delle interferenze. Infine, un impiego avanzato dell’AI permette di ridurre il consumo energetico attraverso lo spegnimento dinamico delle risorse inutilizzate.
Le barriere all’adozione dell’AI
Nonostante il suo potenziale, l’adozione dell’AI nelle reti di telecomunicazione è ostacolata da diversi fattori. La frammentazione dei dati richiede ingenti risorse per l’integrazione e l’armonizzazione, mentre la mancanza di fiducia nell’AI, legata a questioni di sicurezza e controllo, ne limita l’implementazione. Inoltre, il settore delle telecomunicazioni soffre di una carenza di competenze specifiche in data science e AI, rendendo più complesso il deployment di queste tecnologie. Un altro ostacolo significativo è rappresentato dai costi elevati e dall’incertezza sui ritorni sugli investimenti, che frenano i finanziamenti. Infine, normative complesse e poco chiare possono rendere difficoltosa la conformità e rallentare l’adozione di soluzioni AI-driven.
Il ruolo dei policy maker: quattro step chiave
Per superare queste barriere, il report suggerisce un quadro d’azione articolato su quattro direttrici strategiche.
Il primo passo è il coinvolgimento degli stakeholder, attraverso la creazione di un’unità di monitoraggio del mercato che analizzi l’evoluzione dell’AI e favorisca il dialogo tra istituzioni e industria.
In secondo luogo, è fondamentale la definizione di standard e framework su sicurezza, gestione dei dati e trasparenza, insieme allo sviluppo di programmi di formazione per potenziare le competenze in AI.
Il terzo ambito d’intervento riguarda l’attuazione di politiche mirate, come programmi di ricerca e sviluppo e incentivi per favorire l’integrazione dell’AI nelle reti pubbliche.
Infine, il supporto finanziario attraverso agevolazioni fiscali e strumenti di finanziamento pubblico può stimolare gli investimenti e garantire uno sviluppo regolamentare flessibile e orientato ai risultati.
Creare un ecosistema favorevole
L’intelligenza artificiale rappresenta una leva strategica per rendere le reti di comunicazione più resilienti, efficienti e sostenibili. Tuttavia, per sfruttarne appieno le potenzialità, è necessario un intervento deciso da parte dei policy maker, che devono creare un ecosistema normativo e tecnologico favorevole all’adozione dell’AI.