Saranno le telco a pagare per le interferenze al segnale Tv causate dalla futura banda larghissima mobile: ma non sarà un pagamento “flat”. I costi saranno ripartiti fra i vari operatori in base alla quantità di disturbi prodotti da ciascuno di loro. E’ questa la nuova soluzione messa a punto dal governo dopo le polemiche fra operatori scatenate dall’ipotesi di un “fondo telco” delle scorse settimane. Il nuovo “regolamento interferenze”, contenuto nel decreto sviluppo bis che dovrebbe essere discusso (ma il condizionale è d’obbligo) in consiglio dei ministri venerdì prossimo, prevede “modalità di intervento a carico degli operatori proporzionalmente alle interferenze rispettivamente riferibili a ciascuno dei singoli operatori”.
Il nuovo criterio potrebbe mettere gli operatori d’accordo ed evitare costi a carico dei cittadini (come anche paventato dalle associazioni dei consumatori). Vodafone fa sapere di ritenere “decisamente più accettabili” i nuovi criteri di proporzionalità.
Potrebbe essere la Fondazione Ugo Bordoni, braccio operativo del Mise, a realizzare una “mappa delle interferenze” che consentirà di definire la “paternità” dei disturbi: la mappatura offrirà gli strumenti tecnici per quantificare l’entità degli interventi di mitigazione necessari nei singoli casi.
Il “fondo delle telco” era comparso in una bozza precedente del decreto Sviluppo Bis, ma poi era sparito dalla bozza successiva, dopo le aspre polemiche fra operatori sulla ripartizione degli oneri. In particolare, Telecom Italia e Vodafone non erano disposte a pagare per mitigare i disturbi ai danni del digitale terrestre, ascritti soltanto a Wind. L’operatore controllato da Vimpelcom, in sede di asta, si è aggiudicata le frequenze “sporche”, adiacenti ai canali televisivi , notoriamente fonte di interferenza per le tv.
Secondo voci raccolte dal Corriere delle Comunicazioni due settimane fa, il fondo delle telco, con una dotazione compresa fra 100 e 150 milioni di euro, poteva essere suddiviso al 50% a carico di Wind e al 25% ciascuno a carico di Tim e Vodafone.