FREQUENZE

Interferenze Lte-Tv, scoppia il “caso” canone Rai

L’Adiconsum sul piede di guerra: no a risoluzione problemi solo per chi è in regola con la tassa. Il segretario generale Giordano: “Il canone Rai ha natura tributaria e non ha nulla a che vedere con la fornitura del servizio pubblico essenziale”

Pubblicato il 23 Gen 2013

Interferenze Lte-Tv, l’Adiconsum alza la voce e chiede al Ministero dello sviluppo economico di cambiare la decisione che prevede l’installazione gratis dei filtri anti-disturbo soltanto a chi è in regola con il canone Rai. Come anticipato dal Corriere delle Comunicazioni, lo sportello virtuale helpinterferenze.it, affidato alla Fondazione Bordoni (Fub), garantisce filtri gratis soltanto ai cittadini che sono in regola con il pagamento del canone Rai. Una posizione giudicata “illegittima e iniqua” dall’associazione dei consumatori, che chiede una pronta modifica dei termini di intervento anti-interferenze.

“Se le indicazioni fornite dalla Fondazione Bordoni saranno accolte – dice Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum – si commetterebbe un grave errore ed un’iniquità. Il canone Rai, infatti, ha natura tributaria e non ha nulla a che vedere con la fornitura del servizio pubblico essenziale come è la televisione”.

“Non è possibile mischiare il diritto dei consumatori di accedere ad un servizio pubblico essenziale (vedi art.1 L. 103/75) – continua Giordano – con il dovere di pagare la tassa di possesso della tv (c.d. canone Rai). Il diritto va garantito e, ove si rilevi che il canone non è stato pagato, lo Stato ha gli strumenti per richiedere il pagamento dello stesso”.

“La problematica delle interferenze, in fin dei conti – prosegue Giordano – riguarda un danno subito da un privato, per l’attività posta in essere da un altro privato (cioè colui che utilizza la tecnologia Lte). Nulla esclude dunque che il privato consumatore possa azionare delle cause civili volte ad ottenere un risarcimento del danno subito”.

“Legando l’installazione gratuita dei filtri solo alle famiglie in regola col pagamento del canone – continua ancora Giordano – si escluderebbero dall’assistenza gratuita non solo tutti coloro i quali, ad esempio, abbiano in corso una controversia o una contestazione con la Rai per il pagamento del canone (magari perché non dovuto o perché già versato), ma anche coloro i quali, ad esempio, abbiano solo di recente cambiato la propria residenza, o abbiano solo di recente acquistato un immobile come prima casa, ed ancora non abbiano avuto comunicazione alcuna per il pagamento del canone Rai”.

“Adiconsum – conclude Giordano – chiede al Ministero dello Sviluppo Economico, che coordina il tavolo tecnico sulla Lte, di intervenire immediatamente garantendo l’applicazione gratuita dei filtri a tutti i cittadini che segnaleranno le interferenze, indipendentemente dal canone televisivo”.

Il passaggio delle frequenze a 800 Mhz dalle tv agli operatori Tim, Vodafone e Wind è avventua all’inizio di gennaio. Nei prossimi mesi gli operatori procederanno all’accensione degli apparati di trasmissione tlc, che rischiano di creare disturbi alla ricezione del digitale terrestre. L’installazione dei filtri è a carico delle telco. Secondo stime della Fub, a partire dal primo gennaio del 2013, saranno 700mila le antenne del digitale terrestre tv che rischiano di subire interferenze dall’Lte.

In caso di disturbo al segnale televisivo, basterà inserire sul sito Helpconsumatori.it il cap dell’area in cui si riscontra l’interferenza per verificare se questa dipende dal segnale Lte. Il servizio, si legge nel sito, è riservato ai cittadini in regola con il pagamento del canone per il servizio di radiodiffusione. Le informazioni fornite saranno confrontate con quelle in possesso dell’Agenzia delle Entrate e comunque inoltrate agli enti preposti al controllo sul pagamento dei tributi.

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