Internet a 100 Mb più caro? Gli italiani disposti a pagare

Osservatorio Between: cresce la fame di banda fra le famiglie dotate di connessione Adsl. Ma resta forte il digital divide: per 13 milioni il broadband non è ancora realtà

Pubblicato il 23 Giu 2010

Sono 12,2 milioni le famiglie che usano un pc con accesso a
Internet a banda larga, di cui 10,6 milioni attraverso una
connessione di linea fissa. L’incremento del bacino di utenza
broadband, di quasi 1,5 milioni di famiglie negli ultimi 12 mesi,
è da ricondurre principalmente alla creazione di nuovi nuclei
familiari e all’avanzamento del processo di saturazione delle
famiglie alfabetizzate informaticamente, ovvero con almeno un
componente in grado di utilizzare un personal computer. A scattare
la fotografia una ricerca dell’Osservatorio Banda larga che ha
studiato il rapporto delle famiglie con il broadband, sottolineando
come “il mercato della banda larga consumer sia caratterizzato da
segnali contrastanti”.

A trainare l’utilizzo di Internet veloce è l’età anagrafica:
il 78% delle famiglie con accesso alla banda larga è costituito da
famiglie con figli. Per quanto riguarda invece la distribuzione
geografica, la ricerca rivela una progressiva riduzione del divario
tra i centri urbani e quelli di dimensione minore. “Il centro
Italia si conferma l’area geografica con la maggior penetrazione
della banda larga, mentre la minore penetrazione si rileva per il
sud e le isole”, precisa l’Osservatorio.

L’altra metà dell’Italia, invece, è costituita da 13 milioni
di famiglie senza banda larga, di cui oltre il 70% non è in grado
di utilizzare un Pc. “Le difficoltà di utilizzo del Pc si
confermano un vincolo di difficile superamento (le famiglie non
alfabetizzate si sono ridotte del 2% annuo negli ultimi 8 anni) –
si legge nello studio – a cui si aggiunge l’atteggiamento di
diffidenza per un mondo, quello online, che per molte famiglie è
talmente distante da essere percepito come inutile (per il 67%
delle famiglie senza broadband)”.

Alla staticità delle famiglie “escluse” dal broadband, fa da
contraltare la rapida evoluzione delle abitudini di utilizzo della
rete da parte delle famiglie con accesso broadband domestico di
linea fissa.

La crescita dei social network – nelle famiglie più informatizzate
la penetrazione è vicina al 90% – sia in termini di diffusione che
di intensità di utilizzo, ha cambiato radicalmente le modalità
con cui le famiglie si rapportano alla rete: a giugno 2010 l’80%
delle famiglie con connessione broadband di linea fissa ha
pubblicato online contenuti privati, come foto o video personali,
dimostrando di aver superato quei timori per la violazione della
privacy che in passato costituivano una delle barriere più forti
alla diffusione dei servizi a banda larga.

Della stessa spinta "social" hanno anche beneficiato
l’Instant Messaging e lo streaming di contenuti video che, già
forti di una diffusione elevata nel 2009, hanno rafforzato e
ulteriormente accresciuto la propria base utenti.
Gli stessi servizi, affiancati all’e-mail e alla più generica
ricerca di informazioni, si confermano anche tra i principali
servizi driver per la crescita della domanda di connettività
mobile.

“I livelli di diffusione dei servizi online determinano
l’incremento effettivo del fabbisogno di banda da parte delle
famiglie. Parallelamente sembra manifestarsi un’esigenza sempre
più concreta di rinnovamento dell’infrastruttura broadband del
Paese – rimarca l’Osservatorio -. È in crescita e supera il 40%
la quota di famiglie broadband che si dichiarano disposte a pagare
al proprio provider una somma aggiuntiva rispetto all’attuale
tariffa, per poter utilizzare una connessione a 100 Mbps”.

Tuttavia, oltre il 70% delle famiglie broadband si dichiara
soddisfatto delle prestazioni erogate attualmente dal proprio
provider, considerando che la gamma dei servizi attuali non
permette effettivamente di sfruttare appieno le prestazioni della
rete.

Ma se cresce l’uso per intrattenimento di Internet veloce, lo
stesso non si può dire dei servizi cosiddetti di utilità, come
e-banking, e-government, e-commerce. Questi, ancora nel 2010,
evidenziano tassi di crescita molto contenuti e si mantengono sotto
la soglia del 50% di penetrazione sulle famiglie con connessione
broadband domestica.

La ricerca, infine, dà spazio al digitale terrestre e agli usi ad
esso connessi. “Con la transizione al Dtt e la moltiplicazione
delle piattaforme digitali, anche lo scenario televisivo è in
rapida evoluzione- precisa la ricerca -. A giugno 2010 sono 9
milioni le famiglie utenti di servizi televisivi a pagamento, mezzo
milione in più rispetto allo stesso periodo del 2009,
principalmente per effetto della crescita delle offerte pay del
Digitale Terrestre”.

In questo scenario emergono livelli significativi di interesse per
la fruizione di contenuti in alta definizione e per le
caratteristiche associate alle nuove forme di TV digitale: accesso
ai contenuti in modalità on-demand, ampiezza di offerta di
contenuti, recenti o del passato, e anche la catch-up TV, la
cosiddetta “TV del giorno dopo” che consente di accedere ai
programmi trasmessi dalle emittenti nazionali nei giorni seguenti
alla loro trasmissione.
L’interesse per alta definizione e nuove funzionalità si rivela
un’attitudine sostanzialmente trasversale ai diversi profili
familiari: non si tratta di una propensione esclusiva delle
famiglie più avanzate, come le famiglie broadband, ma riguarda
quasi in egual misura anche le famiglie “escluse”. Per questo
motivo, i contenuti digitali e la loro disponibilità su diverse
piattaforme possono essere considerati driver ad alto potenziale
per la crescita della domanda di nuovi servizi digitali e del
broadband, anche sui bacini tradizionalmente più restii
all’innovazione.
L’offerta televisiva si sta attualmente sviluppando per
rispondere a questi bisogni su più direzioni, con lo sbarco
definitivo dei broadcaster nazionali sulla rete attraverso
l’offerta di servizi innovativi, e con l’ingresso nelle case
dei servizi online attraverso i televisori di ultima
generazione.
In uno scenario che tende a medio termine (entro i prossimi cinque
anni) alla saturazione del bacino delle famiglie alfabetizzate
informaticamente, occorre individuare nuovi percorsi di sviluppo
del broadband, per permettere agli oltre 9 milioni di famiglie
italiane che ancora oggi non sono in grado di utilizzare un
computer di avere l’opportunità di accedere al mondo digitale,
che di anno in anno diverrà sempre più pervasivo della vita
quotidiana e sarà alla base di tutti i processi di informazione,
comunicazione, ma anche intrattenimento.
La recente campagna del Governo di incentivazione alla banda larga
interviene su un aspetto, quello economico, che rappresenta il
primo tassello, volto a stimolare la parte di mercato costituita
dalle fasce più giovani di popolazione, di un piano di sviluppo
che dovrebbe poi puntare al superamento della barriera
dell’analfabetismo informatico. A questo scopo potrebbe essere
opportuno investire nella formazione dei target più svantaggiati
(oltre il 60% delle famiglie “escluse” dal broadband ha un
capofamiglia di età superiore ai 65 anni) e sulla riduzione della
complessità in termini di semplificazione dei device di accesso (i
nuovi apparati televisivi o l’iPad di Apple sono soluzioni
pioniere in questa direzione) e di usabilità dei servizi in rete.

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