Fibra o rame? In un periodo di crisi economica, per gli operatori
è meglio riconsiderare gli investimenti sul fiber to the home e
rifocalizzarsi invece sul rame. Questa la tesi a firma di Analysys
Mason messa nero su bianco nel report "Fttx roll-out and capex
in developed economies: forecasts 2010–2015”.
“L’Ftth è stato spesso definito ‘a prova di futuro’:
peccato che il futuro stia andando in una direzione diversa” si
legge nel rapporto. “La vaga promessa di nuovi servizi può
esercitare appeal su alcuni early adopter”, ma diventerà
progressivamente meno convincente, a meno che il tasso di
innovazione nei device e servizi concepiti per il Ftth non venga
rivitalizzato da vendor e service provider.
Dispositivi e servizi wireless continueranno ancora a conquistare
nuovi consumatori, spiega la società di analisi, perché si
tratta pur sempre del settore a maggior tasso di innovazione. Ma è
anche vero che questa crescita renderà sempre più la vita
difficile agli operatori del fisso nelle economie sviluppate dove
la spesa in Tlc ha cessato di crescere.
C’è anche un aspetto politico. In un contesto economico in cui i
governi si trovano a dover affrontare pesanti indebitamenti, è
conseguente aspettarsi una certa cautela su investimenti a lungo
termine sulla fibra, che possono essere interpretati come
politicamente inappropriati nel momento in cui si taglia
sull’educazione e la salute.
Meglio dunque, suggerisce il rapporto, sperimentare, insieme
all’Ftth, anche tecnologie meno dispendiose basate sul rame come
il Vdsl. "La domanda per la larghezza di banda al momento
coincide con la domanda per lo streaming tv – dice Analysys Mason
-. Vero che il Vdsl potrebbe prima o poi non essere più in grado
di soddisfare questa domanda, ma si tratta un’eventualità ancora
remota”.