Inwit metterà a disposizione 4mila siti in otto anni agli operatori che ne faranno richiesta, garantendo accesso non discriminato, in città con oltre 35mila abitanti. È questo il punto cruciale degli impegni presentati alla Commissione europea che dovrà decidere sul via libera al deal con Vodafone Towers il prossimo 6 marzo. Lo riportano Reuters e il Sole 24 Ore che hanno visionato il documento nel quale si evidenzia anche l’impegno a dare appropriata pubblicità degli asset disponibili in un Transparency Register. Inwit assicura, poi, che non ci sarà nessun esercizio dei diritti di risoluzione dei contratti già esistenti ma la possibilità di estenderli fino alla durata degli impegni. Averificare la corretta applicazione degli impegni ci sarà un Monitoring Trustee: sulla scelta dei membri l’ultima parola spetterà alla Ue.
Il rinvio del verdetto
Bruxelles ha rinviato la decisione sulla nuova Inwit. L’Antitrust europeo si prende 10 giorni di tempo – come da procedura – per esaminare le proposte di concessioni presentate da Tim e da Vodafone sull’operazione di fusione tra Inwit e Vodafone Towers, notificata il 17 gennaio scorso. Lo si evince dal sito della Commissione dove il termine indicato per una decisione è slittato dal 21 febbraio (i classici 25 giorni lavorativi dalla notifica dell’operazione) al 6 marzo.
Lo scorso 14 febbraio, Tim e Vodafone hanno avanzato proposte per rispondere ad alcuni rilievi antitrust riguardanti il deal che punta a riunire sotto il cappello di Inwit tutti gli asset relativi alla telefonia mobile e che porterà le due telco a detenere ciascuna una quota del 37,5%. L’intenzione, poi, è di vendere il 25% della nuova Inwit ad uno o più fondi infrastrutturali, mantenendo una quota congiunta del 50,1%. Tra i soggetti interessati ci sarebbero Ardian e Kkr.
Alla luce di queste concessioni, la Ue aprirà la cosiddetta fase di market test, in cui la verrà ascoltata la posizione di altri operatori e dei consumatori prima di decidere se accettare o meno proposto da Tim e Vodafone, chiedere ulteriori misure o avviare un’indagine su vasta scala sul deal.
Gli operatori mobili virtuali (Mvno) italiani avrebbero già chiesto che le società diano accesso alla loro rete, una volta completato il deal, che comprende un accordo di network sharing dell’infrastruttura 5G.
Cosa prevede il deal
Tim e Vodafone hanno annunciato la scorsa estate l’accordo per la fusione della loro infrastruttura mobile in Italia sotto l’insegna di Inwit, controllata di Tim al 60% e una collaborazione sul roll-out delle reti 5G. Dopo l’eventuale disco verde dell’Antitrust Ue, ciascun partner avrà una quota del 37,5% e stessi diritti di governance (il CdA sarà composto da 5 membri di Tim, 5 di Vodafone e 3 consiglieri indipendenti) nella nuova Inwit, che sarà una vera maxico delle torri, la prima nel nostro paese e la seconda maggiore in Europa con oltre 22.000 siti in tutto il territorio italiano.
Entrando nel dettaglio dell’operazione Inwit darà attuazione alla fusione mediante incorporazione con annullamento senza concambio della partecipazione di minoranza in Vod Towers e annullamento della partecipazione di Vodafone Europe (Vod Eu) in Vod Towers. A Vodafone Europe verranno 360.200.000 azioni ordinarie di Inwit, prive di valore nominale espresso, emesse a servizio del rapporto di cambio e che saranno quotate sul Mta al pari delle azioni ordinarie di Inwit già in circolazione.
l cda di Inwit ha convocato per il 20 marzo l’assemblea ordinaria degli azionisti: all’ordine del giorno la nomina del board post fusione tramite voto di lista, la durata del Consiglio e i compensi. Le liste dovranno essere depositate entro il 24 febbraio. Orientativamente l’Ad dovrebbe essere indicato da Tim e il presidente da Vodafone.