“Inwit è stata fortemente impegnata, e continua ad esserlo, nel perfezionamento dell’accordo di partnership di lungo periodo con Tim e Vodafone che porterà a breve alla nascita del primo operatore infrastrutturale in Italia. Una realtà che avrà le risorse e le capacità per sostenere lo sviluppo del 5G e delle nuove tecnologie wireless, sostenendo i progetti di tutti i soggetti che operano nel settore, e permettendo al Paese di confermare la leadership che si è conquistata in questi ultimi anni nella telefonia mobile”. Lo afferma Giovanni Ferigo, amministratore delegato di Inwit, in occasione della presentazione dei conti per i primi nove mesi del 2019 della società delle torri partecipata d Tim.
Il punto sulla fusione delle torri
Quanto alla data della fusione con la società delle infrastrutture di Vodafone, Ferigo ha di fatto confermato la roadmap che prevede la fusione entro la prima metà del 2020: “Non vedo motivi per non confermare le aspettative. Prevediamo un cda sulla fusione tra qualche settimana””, ha annunciato in conference call, spiegando tra l’altro che la Commissione Ue ha spostato di un mese il termine per la valutazione dei profili antitrust del merger di Vodafone Tower in Inwit, dal 31 ottobre al 30 novembre: “Il processo è ancora in corso e abbiamo posticipato di un mese la scadenza per avere un feedback dall’Authority e completare al meglio la fusione – aggiunge Ferigo – Si tratta di mettere a punto alcuni dettagli, stiamo lavorando insieme alla Commissione su ogni chiarimento necessario. Non vedo l’ora che tutto sia a regime – conclude – e ogni giorno che passa è un giorno in meno nel conto alla rovescia del closing”.
Intanto anche Vodafone sta facendo le sue mosse e organizzando la governance per la newco in cui trasferirà le infrastrutture: è proprio di ieri l’annuncio che a guidare European TowerCo, che sarà operativa da maggio 2020, è stato scelto Vivek Badrinath, fino a oggi Chief Executive di Vodafone “rest of world operations”, che entrerà in carica dal primo aprile 2020.
In conti dei primi nove mesi 2019
Crescono secondo le aspettative le performance finanziarie della società, che nei primi nove mesi del 2019 “ha confermato il trend di progressivo aumento del fatturato verso i principali operatori radiomobili e della redditività delle proprie infrastrutture, incrementando ulteriormente il tenancy ratio, passato dall’1,86x dei primi nove mesi del 2018 all’1,92x al 30 settembre 2019”, si legge in una nota. L’utile netto confrontabile è pari a 108,4 milioni (+2,5%), mentre i ricavi ammontano a 292,1 milioni (+2,9%) e l’ebitda confrontabile a 167,7 milioni (+3,3%). Il recurring free cash flow dei primi nove mesi del 2019 si è attestato a 135,9 milioni di euro, in crescita dell’8,2 per cento.
Per i tre mesi che mancano alla fine dell’anno la società conferma le attese, prevedendo “un’ulteriore crescita del business tradizionale ed una forte accelerazione nei nuovi business”.
Il punto sogli investimenti
Gli investimenti nel corso dei primi nove mesi 2019 ammontano a 35,1 milioni di euro, 1,1 milioni di euro in meno rispetto allo steso periodo dell’anno precedente, e riguardano soprattutto l’acquisto di terreni, diritti d’uso di superficie, manutenzione straordinaria, realizzazione di small cells, realizzazione di backhauling e di nuove infrastrutture. Infine l’indebitamento finanziario netto, pari al 30 settembre 2019 a 730,9 milioni: a parità di principi contabili, è di 73 milioni di euro, in crescita rispetto alla fine del 2018, quando il era di 48,3 milioni di euro.