Italia, vola il business digitale trainato da giochi e pubblicità

Secondo l’Osservatorio Smau-School of Management del Politecnico di Milano il mercato vale 11,5 miliardi di euro, in crescita del 13% in un anno. “Smartphone e tablet stanno cambiando le abitudini dei cittadini”

Pubblicato il 29 Set 2010

Non c’è crisi per il business digitale: secondo i dati della
seconda edizione dell'Osservatorio Smau-School of management
Politecnico di Milano, i mercati digitali consumer valgono 11,5
miliardi di euro, in crescita del 13% sul 2009, così scomposti:
5.420 milioni per l'ecommerce (47% dell'intera torta),
4.564 milioni per contenuti digitali e servizi (39%), mentre 1.587
milioni è il valore della pubblicità (14%).

Quasi la metà del mercato, dunque, deriva dalla vendita di
prodotti e servizi non digitali su Internet, in crescita del 15%
rispetto al 2009. Nel corso del 2010, gli italiani hanno acquistato
prevalentemente viaggi, elettronica di consumo, assicurazioni,
editoria, musica e abbigliamento. Con un primo accenno di crescita
della vendita di prodotti e servizi attraverso gli smartphone, con
un valore che nel 2010 raggiunge “qualche milione di euro –
come fanno sapere dal Politecnico – grazie soprattutto alla
vendita di biglietti da parte di Trenitalia”.

“Gli italiani sono sempre più digitali – spiega Raffaello
Balocco, responsabile scientifico dell'Osservatorio del
Politecnico – e questo grazie all'utilizzo di cellulari e
smartphone capaci di andare su Internet per fruire di contenuti e
servizi in qualsiasi posto ci si trovi, connected tv in grado di
navigare, tablet pc con funzionalità e applicazioni sempre più
numerose ed avanzate. La digitalizzazione è forse il fenomeno che
più di ogni altro sta cambiando radicalmente il modo di vivere
degli italiani: a livello di acquisti, di intrattenimento, e di
accesso ai diversi media”.


Ecco allora che il 40% del mercato – pari a oltre 4,5 miliardi di
euro – è rappresentato dai contenuti digitali e dai servizi a
pagamento, in crescita del 7% rispetto al 2009, trainati dalle
vendite di abbonamenti premium sulle tv digitali (+6% nel 2010) e
dal boom dei giochi e delle scommesse in rete, cresciuti di oltre
il 30% nel 2010. In calo del 10% le vendite delle vecchie suonerie
e dei giochi digitali, “in attesa che il nuovo paradigma del
mobile internet e degli store online dia i suoi frutti”, spiega
Balocco.

Il restante 14% del mercato – quasi 1,6 miliardi – è
rappresentato dalla pubblicità veicolata attraverso piattaforme
digitali, cresciuta del 20% nel 2010. In questo settore la crescita
maggiore (+30%) è quella segnata dalla pubblicità sulle tv
digitali, seguita dalle vendite pubblicitarie sul web (+18%). “In
uno scenario di crisi e di austerity le aziende devono ridurre i
costi – ha detto Pierantonio Macola, amministratore delegato di
Smau – ma applicando le risorse in modo attento e mirato possono
massimizzare l'impatto dei loro investimenti”.

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