IL WCIT 2012 DI DUBAI

Itrs, l’Europa ancora divisa sulla revisione delle norme

Conto alla rovescia verso il meeting di Dubai durante il quale si discuterà della eventuale modifica dei trattati che regolano le comunicazioni internazionali via web. I gruppi africani e arabi optano per il cambiamento mentre gli Usa vogliono mantenere lo status quo. In mezzo i Paesi della Ue, che non hanno trovato l’accordo sul da farsi

Pubblicato il 22 Ott 2012

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Le questioni economiche stanno prendendo il sopravvento rispetto ai temi della Internet Governance e della Net Freedom; questioni che non saranno discusse a Dubai e che a dire il vero non sono mai state al centro della revisione dei cosidetti ITRs (International Telecom Regulations). Per capire quanto è importante la posta in gioco nel Wcit12, la conferenza dell’Itu che si terrà nell’emirato il prossimo mese, basta citare un dato: circa 100 persone faranno parte della delegazione statunitense. Tra essi, molti lobbisti delle aziende americane (tra cui Google, ATT e Verizon), mobilitati per difendere gli interessi economici delle loro imprese.

Sul tema è intervenuto ieri il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè. Gli operatori di telecomunicazioni europei ”sono pronti ai cambiamenti necessari per rendere Internet e i servizi che attraverso la Rete vengono veicolati ancora più diffusi e fruibili”. Per raggiungere questo obiettivo, però, sono ”necessarie alcune norme condivise a livello internazionale di ulteriore tutela dei diritti di accesso alla Rete”, ha sostenuto in un intervento pubblicato su la Stampa in risposta ad un analogo intervento fatto dai ministri Giulio Terzi e Corrado Passera sul futuro di internet.

Bernabè, pur aprendo a nuove regole condivise, traccia un quadro del settore alle prese con la crisi. ”L’industria delle telecomunicazioni, in Europa, si trova oggi ad affrontare uno scenario – scrive – in cui i ricavi sono in discesa, anche in ragione dell’applicazione di un modello regolatorio che ha portato a prezzi sempre più bassi per servizi sempre migliori. Pertanto, la capacità di investimento in nuove Reti è messa a rischio”.

Gli operatori sono pronti ad affrontare nuove regole ”ed intendono introdurle con la necessaria cooperazione degli attori Over the Top, in un quadro di mutua collaborazione”, ma chiedono anche di garantire ”livelli di qualità predefiniti e più elevati” così da permettere di sviluppare nuove applicazioni come, ad esempio, la telemedicina.

Bernabè si dice convinto che ”l’Itu, l’International telecommunications Union, sia la giusta sede per discutere tali problematiche” Ma a che punto siamo e quali sono le posizioni che si stanno delineando in vista di Dubai? Il governo e l’industria americana, guidata dagli Ott, hanno una posizione molto chiara e molto dura. Ritengono che gli ITRs (che sono una sorta di costituzione dell’Itu) non vadano modificati. Internet funziona e non è necessario fare nessun cambiamento. Altri Paesi non la pensano allo stesso modo. I gruppi regionali si stanno riunendo in queste settimane per finalizzare le loro posizioni e diversi governi hanno aperto consultazioni pubbliche a livello nazionale.

Oggi a Istanbul, durante la riunione della regione europea in vista della Conferenza di Dubai (Wcit12), Giancarlo Innocenzi Botti, unico rapppresentante italiano della Broadvand Commission delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Digitale, e presidente di Invitalia, ha proposto che sia proprio la Broadband Commission dell’Onu “ad assumere un ruolo di mediazione” nel dibattito sulle nuove regole della rete. “Sul tema Itr – ha detto Innocenzi Botti – si è aperto uno scontro molto duro tra lobby, che sta crescendo ogni giorno di più”.

I gruppi africani (che rappresentano 57 Paesi) e quelli arabi (che rappresentano 22 Paesi) ritengono che gli ITRs vadano modificati. L’ultima revisione data di 25 anni fa; per la prossima bisognerà aspettarne altre 25. I Paesi africani e arabi sono molto preoccupati per la situazione che si sta creando in termini di sostenibilità economica di Internet e ritengono che sia necessario garantire investimenti nelle infrastrutture nei loro rispettivi Paesi.

Gli investimenti nelle nuove reti sono messi a rischio dagli Ott che utilizzano le reti senza contribuire al loro finanziamento. Le proposte africane ed arabe sono molto radicali visto che propongono di dare potere alle autorità regolamentari di intervenire in caso di mancati accordi commerciali o di rifiuto degli Ott a negoziare. Altri Paesi sono più attendisti e per ora non prendono posizione in vista della conferenza di Dubai. Tra le due posizioni si colloca il gruppo di Paesi europei che ha ben presente come il problema della sostenibilità del modello di Internet sia serio e vada affrontato in sede Itu ed in altri forum internazionali. Il gruppo europeo si è però diviso sull’opportunità di modificare gli ITRs. Ma la conferenza si avvicina e si attende a breve, se si troverà l’accordo, una posizione comune dell’Europa.

Anche il Comitato Esecutivo di Euro-IX scende in campo per la modifica degli Itrs. Secondo l’associazione le regole devono rimanere “un accordo di principio, di alto livello, flessibile e tecnologicamente neutrale”.
“E’ necessario – si legge in una nota – che I principi delle ITR siano conformi alle politiche e al diritto acquisito in ambito comunitario e non impongano obblighi supplementari agli operatori” e che “lo scopo delle ITR si mantenga limitato allʼambito delle telecomunicazioni e non si estenda a Ict/Internet”.

“Le ITR – infine – non dovrebbero cercare di sostituire il modello di interconnessione Internet basato su relazioni di peering e transito concordati volontariamente con il modello regolamentato “call termination settlement” utilizzato nella telefonia internazionale”.

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