Riprende la produzione negli stabilimenti della Jabil di Cassina de’ Pecchi che realizza componenti per l’elettronica. Dopo aver occupato la fabbrica un mese fa, gli operai hanno rimesso in moto linee e postazioni di lavoro, effettuando anche la necessaria manutenzione di macchinari e strumentazione. “Il ciclo produttivo funziona perfettamente – fanno sapere i dipendenti – La sua ripartenza è stata preceduta da una meticolosa perizia e con tutte le cautele del caso, tenendo conto del fermo durato un mese”.
I lavoratori intendono portare avanti la produzione interrotta lo scorso 12 dicembre, quando la proprietà decise la serrata e il licenziamento per 325 lavoratori. La Jabil (ex Nsn) nel giro di tre anni è precipitata da stabilimento modello alla chiusura e passando per due anni di cassa integrazione. Una discesa inspiegabile, a cui i dipendenti non si rassegnano.
“Eravamo il leader nella produzione di ponti radio – racconta Angelo Ometti, Rsu della Fiom – ma questo non è bastatato ad evitare lo smembramento dell’intera filiera, disperdendo un valore immenso”. Nello stabilimento di Cassina De’ Pecchi si facev ricerca e progettazione, produzione e assistenza.
Un sito considerato “modello” dalla stessa Nokia Siemens Networks, almeno fino al 2008 anno in cui la joint venture porta la ricerca a Shanghai e inaugura la nuova produzione in Germania, vendendo la fabbrica a Jabil. “Nonostante le promesse di Jabil e l’impegno di Nsn a portare avanti ricerca e produzione non è stato mai presentato un piano industriale”, conclude il sindacalista.