Oracle vuole miliardi di dollari di danni da Google per la presunta
violazione dei brevetti sulla tecnologia Java nei cellulari
Android: si inasprisce la disputa legale che vede contrapposte le
due aziende con al centro, ancora una volta, la proprietà
intellettuale e un sistema operativo mobile che sta rapidamente
acquisendo la leadership di mercato. Ma a differenza delle altre
cause in corso contro Android, che coinvolgono i produttori di
device, questa volta l'accusa ha deciso di puntare direttamente
contro Big G.
Fin da agosto 2010, Oracle è a caccia di prove per dimostrare che
Google abbia copiato Java (il software creato da Sun Microsystems e
che Oracle ha comprato l’anno scorso). Ora i legali del colosso
dell'informatica fanno sapere che l'azienda ha intenzione
di chiedere danni nell’ordine di "miliardi di dollari"
e chiariscono che questa cifra si basa su “prove concrete”
della violazione di copyright perpetrata da Mountain View.
La causa di Oracle contro Google viene seguita molto da vicino da
analisti e industria: se il tribunale desse ragione a Oracle, si
potrebbe creare un grave ostacolo all'ulteriore sviluppo del
sistema operativo di Big G, sempre più adottato da produttori di
cellulari e utenti.
Inoltre, si tratta di un raro caso in cui un contenzioso intorno ad
Android coinvolge direttamente Google e non un produttore di device
e gli esperti si chiedono quale sia lo scopo ultimo del colosso del
software e se Oracle voglia o no costringere Google a pagare la
licenza per l’uso di Java. Tra l’altro questo sistema è molto
usato nei "feature" phone di fascia bassa, ma non in
quelli di fascia alta, dove si trova di solito la piattaforma
Android.
I legali di Google hanno comunque nuovamente respinto le accuse di
Oracle e definito la richiesta di danni "inattendibile" e
"sproporzionata".