Nel mondo delle reti di telecomunicazioni è in atto una vera e propria rivoluzione, ma perché vada in porto c’è ancora tanto da fare. Ne è convinto Stefano Andreucci, Head of Service Provider Italy & South Europe di Juniper Networks, che in occasione dell’edizione di fine anno di Telco per l’Italia ha sottolineato in che modo l’approccio data-driven applicato ai network di ultima generazione stia già cambiando le carte in tavola.
“Noi siamo stati i primi a parlare di self driving network, più di dieci anni fa. E nel 2019 siamo passati ai fatti, acquisendo un’azienda, Mist, il cui team di ingegneri si era posto un obiettivo specifico, quello di sfruttare l’automazione per migliorare tutti gli aspetti dell’esperienza utente. Come? Attraverso l’AI e il machine learning. Integrando la tecnologia di Mist all’interno del portafoglio di soluzioni di Juniper Networks siamo riusciti a rispondere anche ad alcune esigenze specifiche espresse dai nostri clienti. Penso per esempio a ServiceNow, che si era posta un target molto sfidante, quello di eliminare i trouble ticket sulla propria rete. Ebbene, grazie alla nostra piattaforma, è riuscita ad abbatterli del 90%”.
Tecnologia e fattore umano: il vero connubio vincente
Per Andreucci, però, la tecnologia, per quanto avanzata, non è sufficiente. “Nel caso specifico di ServiceNow ha pesato tantissimo l’impegno da parte delle persone. È stata introdotta in azienda una vera cultura del data-driven, creando un team ad hoc, dedicato all’automation, all’interno del quale hanno lavorato risorse che sono state poi ridistribuite nell’organizzazione per supportare il cambiamento a tutti i livelli. Più ancora della tecnologia, conta il modo in cui le persone utilizzano la tecnologia”.
Reti sempre più intelligenti e sostenibili
L’assunto vale anche e soprattutto nell’ottica di affrontare correttamente la twin transition. “Juniper Networks investe il 20% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo, e proprio recentemente abbiamo presentato due prodotti studiati per migliorare prestazioni e sostenibilità delle reti: si tratta di una coppia di chipset che consente di generare dal 50 al 70% di risparmio energetico rispetto alla generazione precedente di processori”, ha spiegato Andreucci. “L’hardware, d’altra parte, sarà sempre più fondamentale per rendere intelligenti e flessibili le infrastrutture, che in un mondo dominato dai servizi di gestione del dato risulteranno essenziali nel guadagnare vantaggio competitivo”.