Anche l’Asia entra nel dibattito sugli Itrs. In vista del Wcit 2012 che si terrà a Dubai il prossimo dicembre Korea Telecom (KT), principale operatore sudcoreano, è sceso in campo per dire la sua sulla revisione degli International Telecommunication Regulations, presentando le sue proposte nell’ambito di una riunione del gruppo dei Paesi della regione Asia-Pacifico in preparazione alla Conferenza di Dubai.
Per KT l’attuale ecosistema Internet non è più sostenibile. Il traffico dati che attraversa le reti è sempre più ingente e pesante ed è generato sempre di più da applicazioni e servizi “Over-the-top”. Citando alcuni dati elaborati da Cisco, KT ha sottolineato che entro il 2014 i video costituiranno il 91% del traffico globale; che il traffico di contenuti multimediali è destinato a crescere sempre di più, tanto nel settore fisso quanto in quello mobile; che nel settore mobile, negli ultimi 6 anni, la crescita del traffico scambiato è stata assai superiore a quella del numero degli abbonamenti (25% contro 550%).
Le reti sono quindi sottoposte ad una pressione sempre maggiore, cosa che rende imprescindibili nuovi e costosi investimenti in infrastrutture. Tuttavia, chi guadagna più di tutti dalla trasmissione dei dati – gli “Over-the-top”, per l’appunto – non condividono con gli operatori di rete il peso degli investimenti necessari.
Per garantire la sostenibilità di Internet e creare una situazione favorevole a tutti i player di mercato, il modello di business deve essere cambiato, consentendo una più equa distribuzione dei ricavi e, quindi, maggiori investimenti da parte delle telcos.
Fra le soluzioni proposte da KT per garantire il riequilibrio dei ricavi, spicca l’ipotesi di consentire agli operatori di rete di far pagare una tariffa ai agli Internet Service Providers (ISP) in quanto generatori di traffico (principio del “Traffic Generator Pays”) o in quanto utilizzatori delle reti per fini di business (principio del “Beneficiary Pays”). L’operatore vede inoltre con favore la possibilità per gli operatori di praticare prezzi diversi a seconda della “qualità del servizio” garantita, senza intaccare il principio del “best-effort internet”. La proposta di KT evidenzia come il problema della sostenibilità dell’ecosistema Internet non riguardi solo gli operatori “storici” europei, ma anzi accomuni aree e Paesi del mondo assai diversi tra loro.