TELCO PER L’ITALIA 2024

Kpmg, Di Labio: “Sull’AI il bello deve ancora venire”



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Presentato uno studio che mappa lo stato di adozione dell’intelligenza artificiale da parte delle principali telco mondiali. “I modelli tecnologici sono molto flessibili e i livelli di maturità e collaborazione molto diversi”

Pubblicato il 26 giu 2024



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Kpmg ha appena concluso un’analisi che mappa lo stato di adozione dell’AI da parte delle principali telco a livello mondiale. Dai risultati, spiega l’Associate Partner Tmt Sector Principal Davide Di Labio intervenendo a Telco per l’Italia 2024, emerge che “nell’AI il bello deve ancora venire”.

In un contesto in cui “siamo praticamente fuori dalla fase di sperimentazione della GenAI e questa tecnologia è ormai una necessità spinta dal bisogno di incrementare l’efficienza operativa e di migliorare l’UX”, Kpmg ha preso in esame 23 telco internazionali, le più grandi per revenue, e ne ha analizzato 150 use case per capire il loro posizionamento in base al livello di pervasività dell’AI e alla capacità di collaborare con l’ecosistema allargato e nell’industry. “Dai risultati – spiega Di Labio – emerge che i modelli tecnologici sono molto flessibili e i livelli di maturità e collaborazione molto diversi”.

I quattro cluster

Nel quadro emergono quattro cluster: le AI Organizations, le organizzazioni molto tech, che usano numerosi use case AI (ma che sono destinate a perdere in futuro il loro vantaggio competitivo); gli AI Leaders, che fanno dell’AI una parte integrante del loro go to market, fornendo soluzioni avanzate ad altre industrie; i Telco ecosystem builders, che incrementano il modo di fare partnership, condividono modelli e portano a bordo altre telco; le Innovation catalyst, che sacrificano l’uso massivo della tecnologia per applicazioni più di frontiera.

AI Act, impatto soprattutto su trasparenza e conformità

In questo contesto, quale impatto avrà l’AI Act sulle strategie intraprese dalle telco? “Quando si parla di AI sono 3 le sfide: data governance, integrazione dei sistemi e competenze – spiega Di Labio -. La prima, in particolare, impatterà su costi operativi e di conformità, imponendo investimenti su trasparenza e compliance per rendere le soluzioni sicure, revisionate e accessibili”. Il tema è quello della regulation che deve essere trasformata in opportunità: un’opzione che non tutti i cluster dell’analisi Kpmg saranno evidentemente in grado di rendere realtà. “In tutto questo – conclude Di Labio – c’è comunque il rischio di limitare il grado d’innovazione, o comunque di scaricarlo sui partner, quindi l’idea è cogliere opportunità per guadagnare centralità come industry”.

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