Kpn ha nominato come nuovo chief financial officer ‘ex ministro delle Finanze olandese Jan Kees de Jager, che, dal 1 novembre prossimo, prenderà il posto di Steven van Schilfgaarde, Cfo ad interim da settembre 2013.
De Jager entrerà nel board dell’operatore olandese dal 15 agosto, lavorando a fianco di Schilfgaarde fino al 1 novembre. L’attuale ruolo di Cfo ad interim si è creato dopo le dimissioni di Eric Hageman.
Nel periodo 2007-2012, Jan Kees de Jager, 45 anni, è stato membro del Gabinetto olandese, prima come Segretario di Stato per le Finanze (2007-2010), poi, appunto, come ministro delle Finanze (2010-2012).
Oltre ad aver rivelato il suo nuovo Cfo, Kpn ha fatto anche sapere che, in seguito alla vendita a Telefonica Deutschland della sua divisione tedesca E-Plus, intende mettere in piedi una nuova struttura manageriale: il board assumerà un controllo più diretto delle operazioni grazie a due nuove cariche, il chief commercial officer e il chief operating officer, insieme a quelle già esistenti di Ceo e Cfo. L’attuale membro del board Joost Farwerck assumerà il nuovo ruolo di Coo, mentre il Ceo Eelco Blok coprirà il ruolo di chief commercial officer temporaneamente finché non sarà trovato un manager per questa posizione.
“La nuova struttura manageriale permetterà un controllo più diretto e funzionale delle attività operative di Kpn, portando a un più forte focus sul cliente e a un maggiore controllo dei costi”, ha dichiarato Blok. “Stiamo semplificando il nostro modello operativo, anche con la rimozione di una serie di strati manageriali non necessari”, ha aggiunto il Ceo di Kpn. “La nomina di Jan Kees de Jager come nostro nuovo Cfo aiuterà ad attuare con successo la nostra strategia nei Paesi Bassi e in Belgio”.
Le trasformazioni nella struttura manageriale segnano l’ingresso in una nuova per l’operatore olandese dopo la cessione della divisione tedesca, che la portano a concentrarsi di più sulle attività nei mercati core. La figura del Cfo sarà fondamentale: ad aprile, Kpn ha detto di essere fiduciosa nella sua capacità di stabilizzare le prestazioni finanziarie per la fine dell’anno, nonostante un crollo di quasi il 100% nell’utile netto nel primo trimestre.