Una piccola società tecnologica tedesca, la 4G Systems di Amburgo,
ha chiesto alla Commissione europea di portare avanti la sua
inchiesta sui sussidi che il governo cinese darebbe in modo sleale
ai produttori nazionali di modem wireless Huawei e Zte, permettendo
di praticare prezzi “stracciati” sul mercato europeo.
L’inchiesta era stata aperta l’anno scorso dal braccio
esecutivo dell’Ue dietro richiesta di un’altra piccola società
europea dei modem, la belga
Option, che accusava Huawei e Zte di
aver eroso slealmente le sue quote di mercato nei modem wireless
grazie ai sussidi di Pechino e chiedeva l’imposizione di tariffe
di vendita omogenee all’interno dell’Europa.
L’indagine era tuttavia in fase di chiusura perché la Option a
ottobre ha raggiunto un “accordo di cooperazione” con Huawei in
base al quale la società belga riceverà fino a 41 milioni di euro
dal colosso telecom cinese. La 4G Systems è perciò intervenuta
chiedendo alla Commissione di proseguire nella sua analisi e
spiegando che “l’aumento dell’importazione di modem Wwan
(wireless wide-area network) dalla Cina e la diminuzione dei prezzi
di questi prodotti negli ultimi tre anni, ha causato alla 4G
Systems la perdita di molti dei suoi clienti più importanti, come
T-Mobile, Vodafone, Orange e One Telenor". La società tedesca
ha dovuto ridurre notevolmente la sua forza lavoro ad Amburgo e
spostare la produzione in Asia per sostenere il crollo dei prezzi
dei modem wireless.
Il caso viene seguito con attenzione anche dai sindacati dei
maggiori produttori europei di attrezzature telecom, Ericsson,
Nokia-Siemens Networks e Alcatel-Lucent: anche per loro la
concorrenza delle cinesi si fa sentire nei margini di guadagno in
declino e nell'erosione di quote di mercato.