L'OPERAZIONE

L’IT di Telecom Italia passa alla controllata Ssc

Il cda approva il conferimento di tutte le risorse. Preoccupati i sindacati: “Primo passo verso la dismissione”. Avviata anche l’incorporazione di Saiat senza variazioni di capitale

Pubblicato il 28 Giu 2012

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L’IT di Telecom Italia confluisce in Shared Service Center (Ssc), società controllata al 100% e specializzata nell’offerta di prodotti e servizi Ict per il mercato captive. Lo ha deciso oggi il cda di Telecom Italia che ha approvato il conferimento.

Nel dettaglio l’operazione prevede che siano conferite in Ssc tutte le risorse necessarie all’erogazione dei servizi IT a beneficio di Telecom Italia e rientra nel percorso di riorganizzazione delle attività di Information Technology del gruppo, avviato nel 2010 con il conferimento del ramo d’azienda IT Operations in Ssc.

L’operazione preoccupa i sindacati. Secondo Emilio Miceli, segretario generale di Slc-Cgil, “il processo di dissolvenza è già scritto e il conferimento del ramo d’azienda Information Technology è il primo passo”.
I sindacati temono che a questo seguira’ la separazione dei call center, infine il conferimento della rete e, non ultimo, con la vendita di Telecom Italia Media “con una conseguente dissolvenza del gruppo” “Telecom – conclude Miceli – si sta adeguando a tal punto al mercato da pensare in piccolo”.

Il Consiglio ha inoltre approvato il progetto di fusione per incorporazione in Telecom Italia di Saiat (Società Attività Intermedie Ausiliarie Telecomunicazioni), controllata in via totalitaria. “La fusione, che risponde a una logica di semplificazione della struttura societaria del gruppo – spiega una nota – non comporterà variazione del capitale della incorporante e sarà attuata in forma semplificata, con decisione del Consiglio di amministrazione di Telecom Italia, nel rispetto delle condizioni e dei termini indicati all’articolo 2505 del codice civile. Si prevede che l’operazione sia completata entro l’anno”.

Infine è stato deliberato l’avvio del piano di attribuzione di strumenti finanziari denominato “Long Term Incentive Plan 2012”, approvato dall’assemblea degli azionisti il 15 maggio 2012. Il piano consiste in un’iniziativa d’incentivazione di lungo termine riservata al top management e a una parte selezionata della dirigenza rispetto al conseguimento di obiettivi di performance predefiniti, correlati all’arco di piano 2012-2014, identici per le due categorie di beneficiari.

Secondo indiscrezioni di stampa sul tavolo del cda di oggi sarebbe finito anche la prima informativa sul dossier Telecom Italia Media. Gli advisor, Mediobanca e Citi, hanno “lanciato il sasso”, inviando il dossier ad alcuni potenziali partner. Si tratta però solo di una prima bozza su cui non si attendevano delibere del board.

Intanto non è ancora chiaro se la cessione di Ti Media avverrà in toto o con uno spezzatino non sembra ancora essere stato deciso e neppure la tempistica anche se l’obiettivo è chiudere per fine anno. “Siamo aperti a tutte le opportunità di valorizzazione, aveva detto l’ad di Telecom Marco Patuano in assemblea. “Sarà una procedura più complessa di un’asta perché parte da manifestazioni di interesse molto libere e aperte”, aveva sottolineato nella stessa occasione il presidente esecutivo Franco Bernabè

I possibili pretendenti non escono ancora allo scoperto ma i teaser – i documenti con le informazioni di base della società – sono stati inviati tra gli altri – secondo le indiscrezioni dei giorni scorsi – ad Al Jazheera e Discovery Channel. Loro potrebbero essere interessati a La7 e alle attività televisive mentre per i tre multiplex posseduti da Ti Media Broadcasting potrebbe prospettarsi sia una vendita che una joint venture e qualcuno guarda al gruppo Espresso.

Sky oggi ha invece smentito l’interesse ad acquisire La7. “Sky Italia sta guardando il dossier Ti Media ma non c’è nessun interesse al momento ad acquisire La7″, ha annunciato il ceo di Sky Italia, Andrea Zappia, confermando che il gruppo “ha ricevuto il teaser” per la vendita degli asset di T iMedia.

Il manager ha dunque smentito un interesse reale di Sky Italia per il canale televisivo: “C’è un operatore in vendita – ha risposto a chi gli chiedeva di un’eventuale manifestazione di interesse presentata – e quindi qualsiasi operatore va a guardare i documenti. Però intendetelo come un modo per avere comprensione del mercato e non come specifico interesse” ad acquistare. Zappia ha aggiunto che “il mondo della tv Free è molto complesso: noi facciamo bene il mestiere della Pay e quindi di concentriamo su questo”.

I sindacati, che la settimana scorsa hanno incontrato i vertici aziendali, dicono no a una vendita per fare cassa e restano all’erta: hanno gia’ in programma un altro incontro dopo il cda anche se la data non è ancora stata fissata.

Sul fronte delle reti, la partita per ora sembra ferma. La Cassa Depositi e Prestiti “non è un nostro concorrente” ha detto nei giorni scorsi Patuano e “gli spazi di collaborazione ci sono”. Anche la Bei si dichiara disponibile a fare la sua parte per lo sviluppo della banda larga. “Per noi l’agenda digitale in Europa è una priorità”, ha sottolineato il vice presidente della Bei, Dario Scannapieco precisando che ci sono stati dei contatti con Telecom ‘ma non nei dettagli’.
In occasione del cda l’Asati, l’associazione dei piccoli azionisti, preme perche venga convocata l’assemblea per eventuali azioni di responsabilità contro gli ex vertici del gruppo per evitare che scadano i termini della prescrizione nelle vicende che coinvolgono Carlo Buora e Riccardo Ruggiero.

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