L’IT di Telecom Italia pronto a tornare “in pancia” dell’azienda madre. Slc, Fistel e Uilcom hanno sottoscritto “con i vertici aziendali un importante accordo di programma unitario che prevede il rientro in Tim Spa dei circa 3500 lavoratori dell’Informatica facenti capo alla controllata Telecom Italia Information Technology (TIIT) principalmente operanti a Roma, Napoli, Bari, Milano, Trento”, annunciano i sindacati.
L’operazione, la cui valutazione è rimessa al Consiglio di Amministrazione di Tim la cui prossima riunione è prevista il 26 luglio, prevede la fusione per incorporazione di TIIT in Tim e si completerà entro il 2016.
Ai lavoratori di TIIT verrà applicato nei prossimi mesi un contratto di solidarietà di 2 anni per la gestione di 300 esuberi (con ricaduta percentuale equivalente a quella già in essere in Tim) che verrà proseguito dopo la fusione fino alla scadenza di quest’ultimo, mentre saranno garantiti i contenuti dell’accordo già sottoscritto a maggio relativi all’applicazione dell’art. 4 della l. 92/2012 (legge Fornero, prepensionamenti).
“Obiettivo dell’operazione condiviso dalle parti è, data la strategicità della funzione IT per la trasformazione perseguita dall’azienda verso la Digital Telco, una ancora maggiore integrazione di questa dentro Tim – si legge in una nota Uilcom – e la valorizzazione delle risorse umane operanti nell’Informatica , annoverabile oggi tra le più grandi realtà dimensionali del Paese, attraverso percorsi di internalizzazione di attività e di riqualificazione professionale”.
La Uilcom quindi “esprime un giudizio decisamente positivo rispetto ai contenuti di questa operazione, l’unica possibile a nostro giudizio con una reale valenza industriale e strategica, già negli anni passati sostenuta decisamente dal nostro sindacato ma sempre rifiutata dall’azienda ed auspica vivamente che il Cda possa approvare celermente la fusione”.
Per Riccardo Saccone, della Slc Cgil nazionale, si tratta di “un segnale importante da parte del management di Telecom sul ruolo che l’IT debba avere nello sviluppo del gruppo e determina un approccio più industruale alla question dell’innovazione. “Come Slc- conclude Saccone – abboamo smepre cerduto che il disinvestimento finanche la dimissione dell’It sarebbero state scellerate”.