Le telecomunicazioni a banda larga possono stimolare una rapida
crescita economica e facilitare la creazione di posti di lavoro, ma
è necessario che i Paesi del mondo si impegnino ad attuare piani
nazionali per la banda larga per non perdere i benefici delle
comunicazioni digitali ad alta velocità, secondo quanto si legge
nell’ultimo report dell’Onu. Che avverte: per rendere possibile
il "miracolo" economico promesso dal broadband, occorre
che il servizio sia universale e con prezzi accessibili.
"Per ottimizzare i benefici per l’intera società, i
progetti per la banda larga dovrebbero essere coordinati a livello
nazionale, promuovendo la concorrenza basata sulle infrastrutture e
attuando politiche che incoraggiano i service provider a offrire
l'accesso a condizioni di mercato eque… deve esserci un
impegno unico e armonizzato tra tutti i settori dell'industria,
dell'amministrazione pubblica e dell'economia",
secondo l’Onu. "Lo sviluppo di progetti isolati o
frammentari non solo è inefficace, ma ritarda la messa in opera di
infrastrutture cruciali", si legge nello studio, preparato
dalla Broadband commission for digital development, istituita lo
scorso anno dall’Unesco e dall’Itu con il supporto del
segretario generale Ban Ki-moon.
Il report dimostra, per esempio, che ogni 10% di aumento della
penetrazione della banda larga in Cina potrebbe contribuire a
un'ulteriore crescita del 2,5% del prodotto interno lordo
(Pil). Altri dati citati nello studio suggeriscono che, per i Paesi
con reddito medio-basso, un incremento del 10% della penetrazione
della banda larga potrebbe portare a un aumento aggiuntivo
dell’1,4% nella crescita economica.
"Questo nuovo rapporto della Broadband commission indica che i
miglioramenti nella penetrazione della banda larga sono
direttamente correlati ai miglioramenti in termini di Pil. In
sostanza, più è diffuso e poco costoso l'accesso alla banda
larga, più vantaggi ci sono per l'economia di un Paese e le
sue prospettive di crescita ", afferma Hamadoun Touré,
segretario generale dell’Itu.
Irina Bokova, direttore generale dell'Unesco, sottolinea
l'importanza della banda larga per la condivisione delle
conoscenze e l’allargamento delle fasce della popolazione
raggiunte dai programmi scolastici e universitari. “A condizione
che siano disponibili per tutti e con un prezzo accessibile, le
applicazioni e i contenuti portati dalla banda larga possono
rappresentare una potente leva per raggiungere gli obiettivi della
Education for All (Istruzione per tutti). La realizzazione di una
rete in banda larga che includa tutti e sia universale può essere
un acceleratore formidabile per lo sviluppo e la crescita – un modo
per costruire una società della conoscenza e condividere la
ricchezza di risorse culturali, linguistiche e scientifiche del
mondo", afferma la Bokova.
"L'accesso alla banda larga è solo un elemento
dell’equazione – lo sviluppo delle potenzialità delle persone è
pure fondamentale, per garantire che tutti abbiano le competenze
neccessarie per sfruttare al meglio le nuove tecnologie. Tutti gli
attori – nazionali, internazionali, pubblici e privati – devono
lavorare insieme per raggiungere questi obiettivi”, aggiunge il
direttore generale dell'Unesco.
Uno studio condotto dall’Itu e pubblicato il mese scorso ha
mostrato che in media i consumatori stanno pagando il 50% in meno
per le connessioni a Internet ad alta velocità rispetto a due anni
fa, ma questa riduzione è dovuta principalmente al calo dei prezzi
nei Paesi industrializzati, mentre resta elevato il costo della
della banda larga nei Paesi in via di sviluppo, specialmente in
Africa.
La banda larga è in assoluto più economica, rispetto al reddito
medio nazionale, a Monaco, Macao (Cina), Liechtenstein, Stati Uniti
e Austria. I clienti dei 31 paesi industrializzati studiati pagano
solo l'equivalente dell’1% o meno del reddito medio mensile
per una connessione base alla banda larga. All'altra estremità
della classifica, in 19 Paesi in via di sviluppo, una connessione
brodband costa più del 100% del reddito nazionale lordo mensile
pro capite.