La Fcc spinge sulla net neutrality: regalo a Google contro le telco

L’authority americana classifica i fornitori di banda larga come “servizi di telecomunicazione”, garantendosi maggiori poteri di regolamentare il settore

Pubblicato il 06 Mag 2010

L’amministrazione Obama porta un gradito regalo a Google e ai
fornitori di contenuti su web: sono in arrivo regole più severe
per le telecom e le aziende del cavo sulla gestione delle loro reti
Internet ultra-veloci. Secondo quanto riporta il Financial Times,
la Federal communications commission sta vagliando la possibilità
di inasprire il quadro normativo entro cui ricadono i provider dei
servizi di banda larga come Comcast e At&t.

Si tratta di un primo passo verso l’implementazione,
particolarmente cara al presidente della Fcc Julius Genachowski, di
regole a favore della net neutrality che impedirebbero ai provider
di favorire alcuni contenuti e discriminarne altri sulle loro reti.
Inutile dire che, mentre le telecom sono fortemente contrarie,
Google, Amazon e altre aziende del web sono nettamente a
favore.

Il dibattito sulla neutralità della rete e sul potere della Fcc di
regolare il mercato della banda larga è particolarmente infuocato.
Lo scorso mese una corte d’appello americana aveva decretato che
il regolatore non ha l’autorità per imporre regole alle aziende
del broadband. Ora, però, la Fcc cercherà, tramite una votazione
interna, di cambiare la classificazione dei fornitori di servizi di
banda larga facendoli ricadere nel cosiddetto "Title II",
ovvero considerandoli a tutti gli effetti "servizi di
telecomunicazione”.

Questo non vuol dire che la Fcc “varcherà i confini della
ragionevolezza, su un mercato che è basato comunque sulla libera
concorrenza”, si è affrettata a chiarire l’authority. In
termini legali, infatti, la classificazione Title II, le darebbe
molti più poteri regolatori, ma la Fcc rinuncerà in gran parte a
questi privilegi. Se dunque da un lato cercherà di introdurre
normative per quanto riguarda la net neutrality, non si occuperà
di regolamentare il mercato in merito a tariffe, unbundling e altre
questioni su cui la classificazione Title II le permette di fornire
indicazioni.

Un approccio “morbido” che tuttavia non consola le aziende del
cavo e delle teelcomunicazioni americane: "Potete anche
chiamarlo gelato con la panna: è sempre Title II", commentano
le telecom. Sorride la Open Internet Coalition, che rappresenta
aziende come Google: “Con questa decisione la Fcc difende i
diritti dei consumatori e l’innovazione. Era una scelta dovuta
dopo che la Fcc ha perso l’appello in tribunale contro la Comcast
lo scorso mese”.

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