Günther Oettinger torna ad insistere sull’esigenza di mettere in campo misure che incentivino gli operatori a investire. In un’intervista apparsa venerdì sul quotidiano tedesco Stuttgarter Zeitung il neocommissario europeo all’Economia digitale ha ventilato la proposta di introdurre restrizioni alla possibilità per gli utenti di cambiare gestore Internet per spingere l’industria delle tlc ad un impegno più incisivo nell’ammodernamento e nell’espansione delle reti.
“Dobbiamo assicurare la redditività degli investimenti – ha dichiarato – proibendo per un certo tempo che gli utenti cambino Internet provider”. E ha aggiunto che l’ipotesi “dovrà essere discussa con i regolatori”. “Non sto parlando dell’instaurazione di monopoli permanenti, ma della durata di alcuni anni, durante i quali dare sicurezza ai piani degli investitori”, ha spiegato Oettinger.
Le parole del commissario, che nel corso del weekend hanno fatto il giro della stampa d’oltre Reno, sono state confermate dal suo gabinetto. Ma meritano di essere prese con le pinze, anche perché per il momento non sono stati forniti dettagli aggiuntivi e sotto un profilo squisitamente regolamentare appaiono di difficile lettura. Secondo alcuni esperti, Oettinger si sarebbe ispirato ad alcune ipotesi di provvedimento inserite nell’Agenda Digitale tedesca, che è stata adottata nel corso dell’estate. Quest’ultima flirta con l’idea di allungare la durata minima dei contratti di abbonamento sottoscritti in alcune aree rurali del paese che scontano una copertura di banda debole o antiquata in cambio di più investimenti in loco da parte degli operatori.
Ma se Oettinger passasse ai fatti si tratterebbe di una netta inversione a U rispetto alle norme contenute nel pacchetto “Connected Continent”. La proposta di regolamento targata Neelie Kroes, che dopo il via libera in aprile del Parlamento europeo è ora all’esame degli Stati membri, tende una mano ai consumatori introducendo più tutele per i contratti di abbonamento, ad esempio proprio riducendo il periodo minimo per la rescissione.
Non è la prima volta che Oettinger lancia segnali all’industria delle tlc, che effettivamente reclama da tempo un alleggerimento della pressione regolatoria per essere messa nelle condizioni di spendere di più. In un precedente colloquio con Handesblatt, altro quotidiano tedesco, il commissario aveva detto: “Fin qui abbiamo garantito che i consumatori beneficiassero dal processo di liberalizzazione dei mercati delle telecomunicazioni. Da adesso in poi, la nostra azione dovrebbe orientarsi in modo più marcato verso l’obiettivo di garantire ricavi più equi alle telco”. Non più tardi di dieci giorni fa, Oettinger ha anche lanciato la proposta di introdurre una “Google Tax” paneuropea, per dare più “tutela alla proprietà intellettuale su Internet”.
Alla Stuttgarter Zeitung il nuovo responsabile europeo per gli affari digitali, in carica dal 1° novembre, ha anche parlato del piano d’investimenti Juncker da 300 miliardi promettendo che s’impegnerà per garantire che “una fetta ragionevole della torta” sia destinata ai progetti sulla banda larga. Riguardo l’entità dello stanziamento, Oettinger ha precisato che è troppo presto per dirlo. Anche se il suo collega Andrus Ansip, il super-commissario al Mercato unico digitale, già in settembre aveva dichiarato che spera di assicurare almeno 35 miliardi. Oettinger ha anche indicato che la nuova Commissione dovrà essere più attiva sul fronte dell’alfabetizzazione informatica e delle digital skills.