Partita super-bollente su Tim. Mentre Amos Genish si dichiara pronto a mantenere la poltrona di Ceo anche in caso di vittoria del fondo Elliott, Bollorè a sorpresa annuncia un cambio ai vertici: lascia il ruolo di presidente di Vivendi al figlio Yannick attualmente a capo del gruppo pubblicitario Havas. Lo ha annunciato nel corso dell’assemblea della compagnia, a Parigi.
“Esiste una significativa differenza tra la strategia supportata dal consiglio Tim e il libro bianco di Elliott”. Così il ceo di Tim Amos Genish in un’intervista al Sole 24 Ore ad una settimana dall’assemblea. Tuttavia, aggiunge, “è molto rischioso e dannoso per la società un conflitto prolungato tra gli azionisti”, dice il manager. E sui possibili scenari in cda: “Tim è un progetto che mi sta a cuore e considero un privilegio restarne alla guida. Conosco Vivendi e so che sostiene con convinzione il mio piano: la lista di Vivendi la conosco meglio. Con gli altri ho poca dimestichezza, ma non è Elliott che entrerebbe in cda bensì i suoi candidati indipendenti”.
“Certamente se cambia la composizione del consiglio il piano andrà riconfermato. Occorrerà verificare se nel board ci sarà un clima di fiducia e allineamento col ceo, è una questione di ‘chimica'”. L’importante, dice il manager israeliano, “è che questa telenovela finisca il prima possibile, speriamo finisca il 4 maggio. È molto rischioso e dannoso per la società un conflitto prolungato tra gli azionisti: vorrei che fosse chiaro a tutti”.
I
Intanto il fondo Usa contrattacca dopo le critiche di Vivendi: “Usa parole prive di sostanza, ha agito nel suo esclusivo interesse a detrimento azionisti”. In un lungo comunicato specifica che la compagnia francese “ha fallito sia con i regolatori che con il governo, anche su Mediaset” e sulla governance di Tim “il management sia guidato da attuale ceo e da un cda, non da singolo socio”. In particolare “quando le autorità italiane affermano pubblicamente che Vivendi è un azionista pessimo, è chiaro che lo status quo è insostenibile” si afferma con riferimento alle parole di ministro Carlo Calenda che aveva definito così l’azionista di Tim. E ancora: “È tempo di cambiare in Telecom Italia. Elliott ritiene che gli azionisti abbiano bisogno di un consiglio unito, non di uno diviso e preso da contenziosi con i propri sindaci. Gli azionisti – continua – meritano l’opportunità di sbloccare un valore significativo supportando la proposta di Elliott, che inizia con l’elezione di un cda veramente indipendente il 24 aprile”.