STRATEGIE

La “rivoluzione” di Cuba: Internet arriva sugli smartphone (ma per ora di pochi eletti)

Il governo guidato da Miguel Diaz-Canel ha dato il via al servizio di connettività sui cellulari di un gruppo selezionato di utenti: giornalisti, dipendenti di grandi imprese e di ambasciate. Entro fine anno possibilità di accesso per tutti i cubani, ma si teme una tariffazione “proibitiva”

Pubblicato il 17 Lug 2018

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A Cuba arriva Internet sugli smartphone. L’Avana ha iniziato a fornire connessione dati ad un gruppo di cellulari selezionati con l’obiettivo di estendere il servizio a livello nazionale entro la fine dell’anno. Tra i primi a cui è stata fornito Internet – tramite la compagnia statale monopolista di Tlc, Etecsa –  i giornalisti delle agenzie di stampa statali.

L’accesso a Internet, per il nuovo presidente Miguel Diaz-Canel, rappresenta uno strumento per rilanciare l’economia dell’isola e “aiutare i cubani a difendere la loro rivoluzione”.

Ma secondo gli analisti una fruizione del web più ampio finirà per essere un boomerang per il governo perché andrà ad indebolire il controllo sulle informazioni a cui le persone avranno accesso in uno Stato monopartitico in cui resta forte il monopolio sui media.  Cuba blocca l’accesso ai siti web dissidenti.
Oltre ai giornalisti anche alcune imprese e ambasciate hanno comprato pacchetti di dati mobili da Etecsa, che però non ha fatto nessuna campagna di marketing per pubblicizzare il servizio.

Etecsa ha annunciato che espanderà il servizio di Internet mobile a tutti i suoi 5 milioni di clienti – si tratta di quasi la metà della popolazione cubana – entro fine anno. La compagnia non ha fornito però nessun dettaglio su prezzi e altro.

A causa della mancanza di liquidità, effetto di un lungo embargo voluto dagli Usa, ma anche a causa della strategia di controllo sull’informazione, Cuba è rimasta indietro nell’accesso web. Basti pensare che, fino al 2013, Internet era disponibile solo negli hotel turistici dell’isola. Ma dal 2013 ad oggi, il governo ha cambiato strategia facendo della connettività una priorità, introducendo cybercafè e hotspot Wi-Fi all’aperto e anche iniziando a fornire connessione nelle case.

Molto prima che succedesse a Raul Castro lo scorso aprile, Diaz-Canel difendeva la causa di Internet per tutti. “Dobbiamo essere in grado di mettere online il contenuto della rivoluzione – diceva Diaz-Canel a luglio 2017 nella veste di vicepresidente – Solo così possiamo contrastare la valanga di contenuti pseudo-culturali, banali e volgari”.

Secondo gli analisti Cuba potrebbe usare sussidi pubblici per incoraggiare l’uso di applicazioni sponsorizzate dal governo. Non a caso il mese scorso, Etecsa ha lanciato “Todus”, un’applicazione di messaggistica gratuita che funziona solo nell’isola.

In un documento del 2015 sulla sua strategia di internet, il governo cubano ha affermava di voler collegare almeno la metà delle case entro il 2020 e il 60% dei telefoni. La maggior parte degli utenti di telefoni cellulari dispone di smartphone: Cuba sta effettuando il roll out della tecnologia 3G mentre nel resto dell’America Latina si è già passati al 4G e si sta effettuando i test sul 5G.

Inoltre c’è una questione prezzi da tenere in considerazione: attualmente fruire degli hot spot costa 1 dollaro l’ora a fronte di uno stipendio mensile medio di 30 dollari. Stando così le cose Internet mobile sarebbe proibitivo per molti.

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