La sanità terra promessa per le telecomunicazioni

Crescono le opportunità per gli operatori delle Tlc: l’industria dell’healthcare ha sempre più bisogno di reti e soluzioni tecnologiche per migliorare la propria efficienza e per offrire servizi al popolo della terza età

Pubblicato il 25 Set 2009

Da anni l’industria dell’healthcare è un forte consumatore di
banda e un mercato verticale cui le telecom guardano con interesse
e soluzioni dedicate. Ma i trend in atto oggi nel settore, in
particolare l’introduzione di soluzioni di telemedicina,
moltiplicano le opportunità per gli operatori delle
telecomunicazioni.

Due le macrotendenze che rendono la salute un business sempre più
attraente per le aziende Tlc: da un lato l’industria
dell’healthcare ha bisogno di usare l’IT e le telecomunicazioni
per aumentare la sua efficienza, dall’altro la popolazione
invecchia e chiede soluzioni a distanza, per il monitoraggio da
remoto delle condizioni di salute e il trattamento a casa dei
malati cronici. Sono due trend che stanno convergendo nel creare
negli Stati Uniti una crescente domanda per i network destinati a
collegare i disparati rami del sistema sanitario nazionale:
ospedali e laboratori di analisi, medici e operatori,
assicurazioni, compreso il governo federale, e naturalmente i
pazienti e chiunque si occupi di loro. Questo il contesto nel quale
emergono anche nuovi modelli di business.

In alcuni casi, il provider di servizi di telecomunicazione si
trasforma in partner per le aziende sanitarie: At&t, Cox
Communications, Qwest Communications e Verizon hanno tutte varato
delle iniziative per portare servizi a valore aggiunto
all’industria dell’healthcare. Come spiega Mike Braham,
regional vice president della Cox: “Consideriamo l’industria
sanitaria una parte molto importante della nostra base clienti.
Oggi il segmento dell’healthcare rappresenta il 10% dei nostri
250.000 clienti business. Ma vediamo enormi opportunità in futuro
e ci aspettiamo servizi che uniscano l’uso di voce, dati e
video”. Le aziende stanno anche cercando degli standard per il
trasporto dei servizi di monitoraggio remoto capaci di collegare le
reti wireless ai nuovi device senza fili. Alcuni pensano al
telefonino come porta d’accesso ai servizi di telemedicina, un
approccio chiamato “M-health”, ovvero salute in mobilità.

Si aprono opportunità anche per altri mercati: “Sensori
posizionati sul corpo e collegati via Bluetooth o altre tecnologie
a un apparecchio mobile, che viene poi usato per spedire i dati a
un centro di raccolta, presso il medico o l’ospedale”, spiega
Sam Lucero, responsabile delle ricerche sulla connettività M2M
presso ABI Research. “E’ un segmento appena nascente ma i
carrier mobili sono sempre più interessati”. Il trend interessa
non solo gli Stati Uniti (dove il Census Bureau prevede il doppio
di persone over-65 nel 2035, a 72,55 milioni), ma tutti i Paesi
industrializzati, perché l’aspettativa di vita si è allungata.
Aumenta il numero di anziani ma anche la percentuale della
popolazione affetta da malattie croniche, come quelle di cuore o il
diabete. Anche la riforma della sanità voluta dal Presidente
Barack Obama creerà nuove opportunità per i provider di servizi
telecom, poiché prevede la creazione delle cartelle digitali per
curare le inefficienze del settore. Avere un database con la storia
clinica del paziente gli evita di riempire ogni volta che si fa
visitare o ricoverare una sfilza di moduli e permette ai medici di
erogare le loro prestazioni in modo più accurato.

“Altre industrie, come quella retail o dei servizi finanziari,
hanno pesantemente investito nell’It negli ultimi venti anni. La
sanità è rimasta indietro. Ora si comincia a pensare a potenziare
gli investimenti per recuperare efficienza”, afferma Barry Zipp,
direttore della Verizon connected health care solutions. Si tratta
di investimenti per automatizzare il flusso di informazioni,
conservarle e trasmetterle in modo standard, permettere di
visualizzare le informazioni a tutti i livelli del sistema, con
soluzioni interoperabili che oggi mancano.

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