“Un atto di pressione e intimidazione nei confronti dell’Agcom”. Linda Lanzillotta, vicepresidente del Senato (Scelta Civica) non usa mezzi termini per giudicare la decisione di Telecom Italia di stoppare il progetto di spin off delle rete.
Un giudizio forte il suo…
Stiamo ai fatti. La decisione del Cda avviene all’indomani del taglio delle tariffe di unbundling che Agcom ha deliberato per collegarle costi effettivi, alleggerendo il monopolio dell’ex incumbent. E per tutta risposta Telecom ha optato per lo stop al progetto.
Si è fatta un’idea del perché?
La mia opinione è che Telecom avesse in mente di portare avanti lo spin off continuando a godere delle rendite di cui gode oggi, in quanto ex monopolista, con l’obiettivo di ridurre l’indebitamento. In questo senso il taglio delle tariffe rappresenta un ostacolo. Il punto è che la bussola dello scorporo – iniziativa che va assolutamente portata avanti – non può essere la riduzione del debito. Non si possono continuare a pagare gli effetti di una privatizzazione (quella di Telecom ndr) realizzata senza mettere i campo il necessario impianto regolatorio indipendente. Lo spin off è un progetto paese che deve rispondere ad altri criteri.
Ad esempio?
Primo tra tutto quello dell’equità nella valutazione dell’asset delle rete, dato che si profila un possibile intervento della Cassa Depositi e Prestiti e, quindi, investimento di risorse pubbliche.
Crede che il governo debba intervenire sulle vicende legate allo scorporo?
Il governo ha poteri limitati in questo caso. Si tratta di competenze regolatorie esclusivamente nelle mani di Agcom.
L'INTERVISTA
Lanzillotta: “Stop allo scorporo? Intimidazione nei confronti di Agcom”
La vicepresidente del Senato al Corriere delle Comunicazioni: “Telecom fa pressioni per evitare il taglio delle tariffe. Ma la bussola dello spin off non può essere la riduzione del debito dell’ex incumbent”
Pubblicato il 16 Lug 2013
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