MOBILE WORLD CONGRESS

L’appello delle big telco: “Serve un cambio normativo radicale”

I ceo di Vodafone, Telefonica, Orange e Deutsche Telekom chiedono interventi forti all’Europa affinché sia possibile accelerare su consolidamento e innovazione. “Oltre il 60% degli operatori non guadagna abbastanza per coprire i costi degli investimenti in capitale”. Bcg: il settore ha generato un aumento del valore di 572 miliardi di dollari, ma non basta

Pubblicato il 27 Feb 2024

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L’Europa ha bisogno di un new deal delle telecomunicazioni, un cambio di passo radicale nella regolamentazione di settore, perché gli operatori non riescono più a coprire i costi degli investimenti, il divario competitivo con gli altri mercati è di 200 miliardi di euro e la diffusione dellintelligenza artificiale non farà che esacerbare le difficoltà. Lo hanno detto i ceo di Vodafone Group, Telefonica, Orange e Deutsche Telekom intervenendo al Mobile World Congress di Barcellona.

I quattro top manager delle big telco europee si sono ritrovati insieme in un panel, un’occasione che il numero uno di Deutsche Telekom, Timotheus Hoettges, ha definito “grande momento storico”.

“Questa è niente di meno che una una dichiarazione congiunta” dei quattro amministratori delegati che “qualcosa deve cambiare in questo continente”, ha affermato Hoettges.

“Siamo pronti a fare la nostra parte”, ha affermato la ceo del gruppo Vodafone, Margherita Della Valle. “Ma se dobbiamo fare di più, abbiamo anche bisogno di un new deal”.

L’appello delle big telco: il consolidamento

I ceo delle big telco hanno chiesto cambiamenti normativi rapidi e radicali per poter continuare a servire i clienti, investire nelle reti e innovare. Nei loro keynote, Della Valle di Vodafone, Jose Maria Alvarez-Pallete di Telefonica, Christel Heydemann di Orange e Hoettges di Deutsche Telekom si sono uniti per chiedere alle autorità dell’Ue di migliorare la regolamentazione in settori come l’allocazione dello spettro e il consolidamento del mercato.

Hoettges ha osservato che oltre il 60% delle società di telecomunicazioni europee non guadagna più abbastanza per coprire i costi di investimento in capitale.

Alvarez-Pallete ha citato dati di settore, che rivelano che gli operatori europei devono ancora colmare un divario di investimenti di circa 200 miliardi di euro. “C’è qualcosa che non va e dobbiamo provvedere”, ha detto il numero uno di Telefonica.

Per Della Valle di Vodafone, oltre ai temi dello spettro e del level playing field competitivo, è il consolidamento la chiave per il “new deal” delle telco.

L’Europa a rischio sugli obiettivi digitali

Le richieste di un cambiamento normativo e di una facilitazione all’M&A non sono una novità, ma i Ceo delle big telco hanno espresso preoccupazione per il fatto che l’Europa rischia sempre più di rimanere indietro rispetto ad altre regioni del mondo in termini di innovazione tecnologica e investimenti nelle infrastrutture digitali.

Heydemann di Orange, il cui gruppo è appena riuscito a ottenere l’approvazione normativa per la fusione delle sue operazioni spagnole con quelle di Masmovil, ha osservato che la Commissione europea ha mostrato alcuni segnali positivi e si sta muovendo nella giusta direzione. Tuttavia, la top manager si chiede “se riusciremo a muoverci abbastanza velocemente” per tenere il passo con la velocità di sviluppi tecnologici, come l’Ai.

“Stiamo perdendo la fiducia dei mercati dei capitali, che ci danno i soldi per costruire infrastrutture”, ha concluso Hoettges. “E ora è il momento che questo le dichiarazioni che abbiamo sentito nell’ultimo anno diventino fatti concreti all’interno della legislazione”.

L’analisi di Bcg

In occasione del Mobile World Congress, Bcg ha svelato i dati del report “2024 Telcos value creators”, che fotografa il comparto Tlc attraverso l’analisi globale delle performance di mercato di 59 aziende pubbliche su cinque anni (2019-2023). I dati evidenziano come il settore abbia mostrato una stabilità relativa, da attribuire soprattutto alla sua funzione di utility e al ruolo centrale nel più ampio processo di trasformazione digitale.

Ad un esame più puntuale dei dati, però, questi mostrano chiaramente le sfide che l’industria è chiamata ancora ad affrontare con ricavi stagnanti e rendimenti irregolari a seguito degli ingenti investimenti sul 5G.

Entrando nel dettaglio, dal report emerge che il settore ha generato un aumento netto del valore di 572 miliardi di dollari con un piccolo numero di aziende con grande capacità di influenza.

Tra il 2019 e il 2023, 41 delle 59 aziende analizzate hanno generato un valore totale di 719 miliardi, con dividendi che rappresentano l’85% della creazione di valore netto di settore, sottolineando il ruolo chiave di questi ultimi.

Le rimanenti 18 aziende hanno perso collettivamente 147 miliardi di dollari. I tre principali creatori di valore hanno contribuito per ben 247 miliardi di dollari, oltre il 40% del totale netto del settore.

A livello europeo e italiano, interviene un approccio normativo particolarmente stringente a rendere ancor più sfidante un quadro già complesso.

“Come in un circolo vizioso, il 40% delle telco europee non guadagna il costo del capitale – spiega Marc Vos, Managing Director e Senior Partner di Bcg – Non riuscendo a trasferire questi costi sugli utenti, non ha poi le risorse per investire nello sviluppo di una nuova generazione di servizi che favorirebbero anche una più rapida migrazione dal rame alla fibra. La killer application sul mercato consumer per incrementare la domanda di banda, al momento non c’è. Il vero boom può arrivare solo da un ulteriore salto nella digitalizzazione di altri settori economici e dalle applicazioni basate sull’intelligenza artificiale.”

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