“Un’Autorità arricchita e rafforzata in termini di esperienza, know how e competenze”. Un’Autorità “più autorevole nel circuito dei regolatori europei”: si chiude il settennato dell’Autorità delle Comunicazioni a guida Angelo Marcello Cardani. E con queste parole il Presidente uscente introduce la presentazione della Relazione 2019 Agcom a Montecitorio. Una Relazione che sintetizza l’operato dell’Autorità nei sette anni di mandato e che soprattutto – in un passaggio di staffetta “virtuale” – indica le sfide che il nuovo “Regolatore” ma anche Parlamento e Governo si troveranno a dover affrontare di qui a breve.
“Nei prossimi due anni l’Autorità sarà chiamata a fornire il proprio contributo al delicato processo di trasposizione della legislazione europea”, evidenzia Cardani riferendosi al Codice europeo delle Comunicazioni elettroniche ma anche alle direttive Smav (sui servizi audiovisivi) e Copyright. “Al riguardo confidiamo che Parlamento e Governo sapranno agire con saggezza e lungimiranza anche con una visione prospettica dell’aquis territoriale”.
Altrettanta saggezza e lungimiranza il Presidente auspica sul fronte del potenziamento dell’Agcom “sia con riferimento alle prerogative irrinunciabili di indipendenza e autonomia del suo operare, sia quanto alla disponibilità delle risorse umane e finanziarie necessarie per restare al livello delle sfide regolamentari dei prossimi anni”.
Cybersecurity e e-privacy le sfide che il Presidente considera più “impegnative”: e su questo terreno la “natura convergente” dell’Agcom mette l’Autorità “in una condizione di felice privilegio nell’operare su questi temi”. Ma il presidente ci tiene ad evidenziare che “soli non si va da nessuna parte” e che “compiti delicatissimi attendono Governo e Parlamento”. E al tempo stesso “si impone una positiva evoluzione delle relazioni con le istituzioni europee e nazionali per un approccio ed una visione organica orientata alla soluzione dei problemi di governo di tutte le infrastrutture strategiche”. Agcom – ha assicurato il Presidente – “è pronta a fare la sua parte, ha le capacità e le competenze per fare bene”.
Nel suo discorso Cardani ha altresì sottolineato che “oltre alle molte cose fatte, ce ne sono altre che non sono state portate a compimento e qualcuna che poteva essere fatta meglio”. “Degli errori e delle promesse mancate porto io per primo la responsabilità”, ha detto il presidente rivendicando però “l’assoluta indipendenza, l’imparzialità e il rigore” che hanno guidato qualsiasi decisione. “Commettere errori è umano, deflettere dal nostro statuto di indipendenza sarebbe imperdonabile, oltre che illegittimo”.
“Auguro sinceramente a chi verrà al nostro posto di fare meglio, nell’interesse del nostro Paese e del bene pubblico”, ha concluso il Presidente.
Il mercato delle Tlc scende a 31,6 miliardi
Nel 2018 il giro di affari delle Tlc scende a 31,6 miliardi, -2% dopo due anni (2016 e 2017) di riprese a fronte di investimenti in infrastrutture in banda larga fissa e mobile in crescita del 17% per un aumento 8,4 miliardi di euro. Nelle telecomunicazioni tra il 2011 e il 2018 si sono persi circa un quarto dei ricavi, continua Cardani. Mentre “il settore editoriale ha proseguito una fase di vero e proprio declino strutturale con un calo generalizzato di valore economico (-40%), investimenti, occupazione, ricavi. Nel 2018 Tim è il primo operatore mobile con il 34,5% dei ricavi, seguono Vodafone (30,5%) e Wind Tre (29,8%). Iliad ha una quota dello 0,8%.
LA PRESENTAZIONE DEL PRESIDENTE CARDANI