"I 140mila km di strate provinciali possono diventare vere e
proprie autostrade dell'informatizzazione": questa la
proposta lanciata dal presidente dell'Upi, l'Unione delle
Province italiane, Giuseppe Castiglione, in occasione del convegno
sul broadband in corso oggi e domani a Catania.
L'accordo tra Upi e ministero dello Sviluppo economico firmato
a febbraio scorso è stato reso operativo attraverso la
costituzione di un Comitato di attuazione.
"Il digital divide lo chiudiamo entro il 2012 – ha intanto
annunciato il vice ministro alle Comunicazioni Paolo Romani – Il
progetto della banda larga può chiudersi, per il 40% del Paese, se
ci sono risorse e se gli operatori metteranno in campo fondi, in
4-5 anni". 'Per chiudere il digital divide – ha proseguito
Romani – l'impegno economico viaggia attorno al miliardo e
mezzo di risorse, metà pubbliche, metà degli operatori. Per
chiudere un ragionamento sulla fibra, dipende da quanto territorio
si vuole prendere. Ad esempio gli operatori alternativi qui
presenti hanno presentato un progetto di 2 miliardi e mezzo, per
cablare 15 città".
"Nei prossimi mesi – ha detto Castiglione – saremo impegnati
nell'effettuare una prima ricognizione delle infrastrutture di
rete a banda larga provinciali, una indagine che si chiuderà entro
dicembre. Un monitoraggio necessario per verificare quale sia lo
stato degli interventi in atto, nelle zone cosiddette a fallimento
di mercato". "Le Province – ha aggiunto – possono e
devono attivarsi per realizzare direttamente infrastrutture di
comunicazione, con interventi mirati insieme alle Regioni. Non
possiamo permetterci di lasciare aree del Paese fuori dalla
Rete".
Determinante la semplificazione delle procedure di posa delle fibre
ottiche nelle strade provinciali che avverrà attraverso le
mini-trincee (siglato nei giorni scorso l'accordo con Telecom
Italia) che consentiranno di effettuare scavi di pochi centimetri
di larghezza e di soli 30 centimetri di profondità. "Uno
strumento concreto per contribuire al superamento del digital
divide di prima generazione", ha detto Castiglione. La
semplificazione delle procedure vale anche per la realizzazione
delle reti di nuova generazione a larghissima banda per consentire
agli operatori di telecomunicazione di portare la fibra ottica fino
alle utenze finali.
"Non abbiamo nessuna intenzione di creare una rete di Tlc
delle Province. Anzi, l'obiettivo che ci siamo dati, e che
grazie al Protocollo con il Ministero che ha trovato una concreta
applicazione, è di contribuire con il nostro capitale di risorse
materiali e immateriali, con il nostro know how in termini di
progetti e di personale altamente qualificato, con la nostra rete
stradale, a che non si duplichino gli interventi e non si perdano
soldi e tempo preziosi".
Castiglione ha ricordato alcune delle iniziative in corso: la
Provincia di Milano sta lavorando per raggiungere 123 Comuni dalla
dorsale in fibra ottica con circa 4.000 Km di infrastruttura
posata. La Provincia di Roma con il Piano Innovazione investirà
nei prossimi 5 anni 7 milioni di euro per assicurare il diritto
alla connessione alla sua comunità. La Provincia di Lucca ha
lavorato per connettere le zone rurali e montane non ancora servite
da internet veloce attraverso l'installazione di ripetitori
wireless, arrivando a coprire oltre il 90% del territorio.
Il protocollo appena siglato con Telecom Italia "è da
considerarsi un 'modello di convenzione' che potrà essere
stipulato tra le amministrazioni provinciali e tutti gli operatori
di telecomunicazione".
La Provincia di Catania ha siglato in mattinata un protocollo
operativo con Telecom, ma anche con gli operatori alternativi Wind,
Fastweb, Vodafone, e con Mandarin attiva in Sicilia con il
wi-max.
'L'obiettivo che ci siamo posti – ha concluso Castiglione-
è arrivare ad una applicazione uniforme su tutto il territorio
nazionale della normativa, delle terminologie e dei parametri
essenziali e della riduzione dei tempi di approvazione e di
realizzazione dei lavori che utilizzano queste nuove
modalità".
Attraverso il progetto siglato dal viceministro Paolo Romani con il
presidente dell'Upi Giuseppe Castiglione, entro il 2010 sarà
possibile rendere fruibile la rete a 3,2 milioni di italiani. Anche
grazie a questo accordo il piano di realizzazione del 2010
consentirà il collegamento di circa 1.000 nuove località che poi
potranno essere abilitate dagli operatori ai servizi a banda larga.