È una questione di centesimi. Eppure vale molto, moltissimo per le telco italiane e la tenuta del mercato delle Tlc nel nostro Paese. E ne va persino del Pil. Il taglio dei costi di terminazione mobile per il periodo 2018-2021 – su cui si dibatte da tempo – starebbe per venire al dunque.
Secondo quanto risulta a Corcom, la questione è all’odg del Consiglio Agcom del 27 settembre. L’Authority avrebbe deciso di seguire le indicazioni della Commissione europea e di procedere dunque all’ulteriore taglio delle tariffe dopo la stangata del 2015 che le ha portate a 0,98 centesimi dai precedenti 20. Stando a quanto si apprende il nuovo taglio dovrebbe aggirarsi attorno al 30% rispetto all’attuale tariffa portandola dunque a 0,65-0,70 centesimi. Un vero e proprio allarme rosso per gli operatori di Tlc già “provati” dagli effetti della discesa in campo del quarto operatore mobile Iliad che ha sortito un abbattimento dei prezzi al consumatore finale già nell’ordine del 20%. Senza contare il caos generatosi sulla gestione della portabilità. Tutte voci che stanno già impattando sui conti e sui profitti. Da non sottovalutare poi gli esborsi relativi alla gara 5G, peraltro oltre le previsioni: gli operatori hanno già messo sul piatto quasi 4 miliardi e le tornate di rilanci non si sono ancora concluse, andando dunque ben oltre le stime del governo che fissavano il traguardo a 2,5 miliardi.
La nuova “mini-stangata” sulle tariffe di terminazione – mini solo ad una lettura superficiale – rischia di dare un durissimo colpo agli operatori. Il tutto senza alcun beneficio sui consumatori visto che le tariffe in questione riguardano gli accessi alla rete da parte degli attori in campo. Anzi, a dirla tutta, il taglio potrebbe conseguire persino un aumento delle tariffe al consumatore finale, visto che le telco da qualche parte dovranno inevitabilmente recuperare gli introiti andati in fumo. La questione non riguarda solo l’Italia, ma altri Paesi, starebbero optando per lasciare invariate le tariffe, a partire dalla Germania – dove la tariffa è oltre il centesimo – proprio per evitare impatti funesti sulle aziende del comparto e a catena sull’andamento dell’intero mercato Tlc e del Pil nazionale.