Le telco pronte a disertare la gara per le frequenze tv

Lettera di Asstel a Berlusconi, Tremonti e Romani: preoccupazione per la procedura di gara che andrà a drenare ingenti risorse al settore delle comunicazioni, senza garantire certezza sull’utilizzabilità delle frequenze e sul ritorno dell’investimento

Pubblicato il 08 Giu 2011

Gestori mobili pronti a disertare la gara per le frequenze tv. Lo
scrive oggi Andrea Bassi su Milano Finanza, aggiungendo che si fa
sempre più in salita la gara per l’assegnazione delle frequenze
che dovrebbero essere liberate dalle tv per il cosiddetto dividendo
digitale e riassegnare ai gestori di telefonia mobile. Una gara
dalla quale il Governo ha messo in conto di incassare 2,4 miliardi
di euro entro fine anno.

Asstel, l’associazione confindustriale che riunisce gli operatori
del settore, ha inviato una breve ma dura lettera al presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi, al ministro dell’Economia Giulio
Tremonti e a quello dello Sviluppo economico Paolo Romani, per
spiegare che alle condizioni attuali è difficile che gli operatori
di telefonia mobile possano partecipare all’asta.

Il pomo della discordia resta la ritrosia delle circa 200 emittenti
locali che dovrebbero abbandonare i megahertz della banda 790-862,
per consentire la gara per l’assegnazione delle frequenze Lte.
“E’ quindi altissimo il rischio che un interminabile
contenzioso amministrativo blocchi l’utilizzabilità delle
frequenze oggetto di gara”.

Asstel mette sul piatto anche altri problemi legati alle frequenze:
i limiti di emissione elettromagnetica “fissati a livelli
sensibilmente inferiori a quelli ammessi dalla media europea” che
“renderebbero artificialmente alto il livello degli investimenti
necessari” e il tema delle interferenze tra sistemi di
trasmissione televisiva digitale terrestre e quelli di
telecomunicazione sulle frequenze derivanti dal dividendo
digitale”.

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