RAPPORTO MEDIOBANCA

Le Tlc italiane valgono il 2% del Pil. Ma in cinque anni hanno perso 3 mld

Rapporto Mediobanca R&S: nel 2014 il settore ha rappresentato il 2,7% della spesa delle famiglie e il 5% degli investimenti complessivi. Telecom Italia al top in Europa per redditività. Vodafone unica con utili a segno più nel quinquennio 2010-2014

Pubblicato il 14 Gen 2016

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Nel 2014 il settore delle telecomunicazioni ha rappresentato in Italia il 2% del Pil, il 2,7% della spesa delle famiglie e il 5,1% degli investimenti complessivi. Emerge dal report di Mediobanca R&S sui principali operatori delle telecomunicazioni nel periodo 2010-2014. I ricavi sono stati pari a 32 miliardi di euro (-7,7% sul 2013 e -24% sul 2010), con prevalenza di quelli della rete fissa (16,4 mld) su quelli del mobile (15,6 mld). In contrazione sia i ricavi della rete mobile (-10,4% sul 2013 e -28,9% sul 2010) sia quelli della rete fissa (-4,9% sul 2013 e -18,7% sul 2010) pur con dinamiche diverse dei volumi di traffico: in diminuzione dell’11,6% sul 2013 (del 37,7% sul 2010) i minuti sul fisso, in crescita del 5,9% quelli del mobile (+33,6% sul 2010).

Nel periodo 2010-14 il numero dei clienti della rete mobile è pressoché stabile (+0,1%), a differenza degli accessi alla rete fissa (voce più dati) in contrazione dell’8,5%, per effetto del calo del 18,7% dei numeri di Telecom Italia, in parte bilanciato dal rialzo del 13,6% degli accessi degli altri operatori. Gli accessi in banda larga su rete fissa sono invece aumentati del 9,7%. Queste tendenze si confermano anche nei primi sei mesi del 2015 con la riduzione degli accessi fissi (Telecom Italia -3,2% e Olo +2,5%) e del numero di clienti nel mobile (-1,1%), mentre crescono gli accessi alla banda larga (+1,9%).

Sul fronte quote di mercato, a fine giugno, per quanto riguarda il mobile Telecom I. detiene il 32,3% (-0,6% sul 2010); Vodafone Italia il 26,7% (-5,7% sul 2010), Wind 22,9% (+1,8%), 3 Italia il 10,9% (+1,3%), PosteMobile il 3,7% (+1,9%), Fastweb 1,0% (+0,5%). Le quote degli operatori Mvno sono quasi raddoppiate, ma ancora inferiori a quelle degli operatori virtuali nei principali paesi europei. Inoltre dalla aggregazione tra Wind Telecomunicazioni e 3 Italia nascerà il primo operatore del settore mobile in Italia, con una quota al 30 giugno 2015 pari al 33,8%, superiore al 32,3% di Telecom Italia.

Sul fisso, Telecom Italia si attesta al 59,3% (-12,3% sul 2010), Wind al 13,3% (+2,7%), Vodafone Italia al 10,2% (+2,8%), Fastweb al 10,8% (+3,4%) e Tiscali al 2%. Mentre per il Broadband Telecom Italia detiene il 47,5% (-7,4% sul 2010), Wind il 15,3% (+0,5%), Fastweb il 14,7% (+3%), Vodafone il 12,7% (+0,8%), Tiscali il 3,2%.

Per quanto riguarda gli utili Telecom Italia risulta il secondo gruppo di tlc europeo per redditività industriale (utile operativo sul fatturato al 20,6%), dietro solo a British Telecom (24,3%) e davanti a Vimpelcom, Telefonica e Orange. Negli investimenti invece l’ex monopolista, al pari del suo omologo inglese, è in coda con un tasso di investimento al 3,5% (Bt è al 3,8%). Sul fronte investimenti spicca Iliad di Xavier Niel, impegnata a costruire la propria rete in Francia, secondo uno studio R&S Mediobanca.

Ma di fatto nel quinquennio preso in esame i sei operatori Tlc hanno cumulato perdite nette complessive per 3,1 miliardi. Quelle maggiori sono in capo a Telecom Italia (-2,6 mld) per le svalutazioni di intangibili e avviamenti contabilizzate nel quinquennio per circa 14 mld. Seguono Wind (-1,7 mld) e 3 Italia (-410 milioni). Il rosso cumulato da Fastweb è stato di 344 milioni e da Tiscali di 99 milioni: questi gruppi, così come Wind, hanno sempre chiuso i bilanci in perdita nel quinquennio.

Al contrario Vodafone Italia ha invece realizzato utili cumulati per 2,1 mld di euro, ma con intensità decrescente.

Le perdite hanno ridotto i patrimoni netti delle societa’. Il calo maggiore, si legge nel rapporto R&S Mediobanca, è relativo a Wind (-92,7% sul 2010, pur considerando il versamento in conto capitale da 35 milioni del 2012).

Riduzioni rilevanti hanno interessato anche Fastweb (-35,3%) e Telecom Italia (-33,3%) che pure ha contestualmente ridotto l’indebitamento finanziario del 10,5%. Tiscali e’ l’unica a presentare un patrimonio netto negativo in tutto il periodo, nonostante la ricapitalizzazione da 187 milioni conclusa nel 2009. Il patrimonio netto di Vodafone Italia e’ l’unico ad incrementarsi, passando da 4 mld nel 2010 a 4,4 mld nel 2014.

I maggiori investimenti nel quinquennio sono stati realizzati da Fastweb (9,4% medio), 3 Italia (8,7%) e Vodafone (8% medio); intermedia la posizione di Wind (6,1%). I valori piu’

bassi sono relativi a Telecom Italia (3,9%) e Tiscali (1,3%).

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