LA RICERCA

L’esport trasforma il videogaming: in Italia crescita oltre la media europea

I dati del centro studi Tim: nel 2020 +15% di appassionati, e non solo tra i giovanissimi. Boom del traffico dati, soprattutto su rete mobile: +200%

Pubblicato il 09 Dic 2021

traffico dati videogame

Il traffico dati dovuto al videogaming cresce in Italia più del traffico complessivo, sia per la rete fissa sia per quella mobile, aumentando la propria incidenza con un passaggio dall’1,6% al 2,3% del totale.

A dare una spinta decisiva al settore è stata l’emergenza pandemia e le restrizioni che si sono succedute nei mesi scorsi, con il traffico sulla rete fissa da videogame che ha raggiunto picchi del 140% nei due principali periodi di lockdown. Ma anche durante il periodo estivo il traffico peri videogiochi si è mantenuto a un livello superiore del 20% rispetto a febbraio. Ancora più marcata la tendenza per la rete mobile, dove i videogiochi hanno raddoppiato la propria incidenza rispetto al traffico totale, con valori durante tutta la durata dell’anno su valori del 60-80% superiori alla settimana prima del lockdown, con punte del 130% a marzo ed aprile e oltre il 200% a dicembre 2020.

A fare il quadro della situazione sui videogame, con un focus sugli esports pubblicato a novembre, è il centro studi Tim, secondo cui a una generalizzata impennata dei videogiochi corrisponde una ancora più marcata tendenza alla crescita dei giocatori via smartphone.

I numeri dell’effetto lockdown sui videogiochi

 Secondo i dati raccolti dal centro studi Tim nel 2021 il mercato mondiale dei videogames supera il valore di 150 miliardi di euro: in Italia – che ha registrato performance in linea con la media globale – la crescita del settore è del 22%, mentre la spesa per cliente è cresciuta del 24%, per attestarsi sugli undici euro al mese.

Nel 2020, il mercato del videogaming ha raggiunto i 149 miliardi di euro a livello mondiale, con una crescita media di fatturato che oscilla, a seconda degli studi realizzati finora, tra il 20 e il 30% rispetto all’anno precedente. Focalizzando l’attenzione sul contesto italiano, la crescita si attesta sul 22%, con un calore complessivo di due miliardi e 179 milioni di euro se si considerano tutte le componenti del comparto, quindi hardware, software, digital e mobile.

Prendendo a campione i principali Paesi europei, la spesa media per giocatore è compresa tra i 9 e i 15 euro mensili, e solo per l’Italia l’aumento è del 24% nel 2020 rispetto al 2019. In testa tra le componenti di spesa c’è il software, trainato in modo progressivamente più forte dal mobile. Unica eccezione in questo panorama è la Germania, dove la spesa più sostanziosa si è registrata nell’hardware, trainato dalle periferiche per Pc, dai device di input ai monitor, dalle schede grafiche ai visori per la realtà virtuale.

L’ascesa del mobile gaming

In generale, secondo i dati raccolti dal centro studi Tim, la metà dei ricavi del digital videogaming è generata dal mobile, che solo in Italia rappresenta il 55% del mercato, una fetta più grande rispetto a quella riservata in questo settore negli altri Paesi Ue, tanto che oggi un italiano su tre utilizza il proprio smartphone per giocare. Secondo i dati “Digital consumer trends 2020” di Deloitte il 61% dei giocatori italiani è composto da mobile gamer (in crescita del 7% rispetto al 2019), mentre la media Ue si attesta sul 56%. Tra gli appassionati di videogiochi del nostro Paese, inoltre, il 51% utilizza lo smartphone per guardare contenuti di esport su Twitch, Facebook e YouTube.

Gli esport e il successo anche tra i “non giocatori”

Tra le caratteristiche principali degli esports, secondo la ricerca, c’è quella di riuscire ad appassionare progressivamente anche fan tra il pubblico dei non giocatori. Il pubblico degli appassionati è aumentato in Italia, nel corso del 2020, del 15%, riscuotendo attenzione anche nelle fasce di età più “mature”. I ricavi del comparto a livello globale sono cresciuti nel corso dell’anno del 14,5%, arrivando a toccare quota 1, 42 miliardi di euro su scala globale e 24 milioni di euro limitatamente all’Italia.  Una tendenza dovuta anche al fatto che Nel 2020 alcuni importanti operatori TV e brand dello sport tradizionale, per l’impossibilità di trasmettere competizioni dal vivo, hanno puntato su quelle virtuali, con la partecipazione di molti atleti professionisti nelle rispettive discipline, avvicinando agli eSport anche chi non aveva familiarità con questo mondo. Ad esempio Espn ha trasmesso in una prima fase eSport relativi a discipline sportive tradizionali, come calcio, basket e Formula1 per raggiungere anche i “non gamers”, per poi allargare l’offerta anche ad altri generi, come i giochi di ruolo e i giochi “sparatutto”.

La fan base italiana degli esports è cresciuta nell’anno della pandemia in modo più consistente rispetto alla media europea, con un +15% sul 2019, anche se il mercato italiano rimane tuttora meno sviluppato rispetto al altri dell’area Ue, come ad esempio al Francia, la Germania e il Regno Unito.

Sulla scia di questo successo anche in Italia sono nate nel corso del 2020 le nuvoe leghe di esports: completata la eSerieA Tim nel 2021 sono stati assegnati i primi titoli nazionali dei due tornei eSeroieA Tim Fifa 2021 ed eSerieATim Pes 2021, che sono andati rispettivamente al Benevento esports Ut7 e al Genoa esports.

 

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